n.66- L’educazione primo diritto
- “ Infanzia e adolescenza,il nuovo Piano nazionale rilancia l’urgenza del patto educativo famiglia -scuola- ragazzi”, dall’articolo di Luciano Moia ,in NOI in famiglia - Avvenire,30 maggio 2021
-I ragazzi del terzo millennio chiedono spazio,sono sempre più informati sui propri diritti, non accettano di essere marginali in famiglia e nelle società,considerano inaccettabili le discriminazioni di genere, chiedono al mondo adulto di fare tutto quanto possibile per eliminare le ingiustizie legate a condizione sociale e provenienza geografica.
E’ un quadro confortante quello che emerge dal nuovo Piano per l’infanzia e l’adolescenza messo a punto dal ministro per la famiglia Elena Bonetti in collaborazione con l’Osservatorio nazionale Infanzia e adolescenza (12/17 anni). Il documento,di oltre 150 pagine, è stato approvato il 21 maggio u.s. e sarà quindi per i prossimi anni la “carta ufficiale” per misurare la qualità degli interventi a favore dei ragazzi. Confortante non tanto per il lungo elenco di buone prassi ,dettagliato in oltre 150 pagine di testo, ma per le modalità con cui sono state raccolte indicazioni e speranze.
Il Piano infatti è stato messo a punto grazie al diretto contributo dei ragazzi che hanno accettato di rispondere a un lungo questionario curato dall’Istituto degli innocenti di Firenze.
I contenuti. Come detto il nuovo Piano nazionale è un testo denso di obiettivi positivi. Non si nasconde le difficoltà ma cerca,punto dopo punto, di indicare soluzioni positive in un quadro sociale e culturale che non si può certo dire favorevole alla vita quotidiana di ragazzi e adolescenti (e delle loro famiglie).Si ricordano innanzitutto le strategie internazionali per la promozione e la tutela dei diritti delle nuove generazioni, con l’Agenda 2030 ONU e i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile. Focus anche sulla strategia europea 2021/2024 e la cosiddetta Child Guarantee.
Il tema più importante è –giustamente- considerato quello dell’educazione. Un impegno in cui non c possono essere differenze tra bambini e bambine e che deve essere sempre più inquadrato in una logica di corresponsabilità tra famiglie,scuole,studenti. L’educazione deve aiutare a crescere, prevenire condizioni di rischio, ma anche promuovere il benessere psicologico e fisico. Si può farlo –spiega ancora il Piano- rinforzando gli organici dei servizi,migliorando la formazione e aggiornando i percorsi di studio.
Altro punto fondamentale quello dell’equità sociale e personale, con l’impegno rivolto a contrastare la povertà assoluta dei ragazzi e delle ragazze e rafforzale opportunità educative per favorire l’inclusione sociale. Come farlo? Con un sistema pubblico e integrato di servizi per la cura, tutela e promozione. Perché bambini e bambine, ragazzi e ragazze devono sempre più essere messi al riparo dal rischio di abusi e maltrattamenti. Tra i punti indicati come prioritari il rafforzamento dei consultori familiari, la lotta e la prevenzione al cyber bullismo. Ma anche l’educazione all’affettività, alla sessualità e alla parità di genere.
D’altra parte sarebbe sbagliato considerare ragazzi e adolescenti come “oggetti” di un’educazione pensata in una sola direzione. Il Piano prevede nuove forme di partecipazione attiva in cui ragazzi e ragazze possano diventare “soggetti” di una grande azione rivolta alla costruzione e al rafforzamento della comunità educante. Ecco perché è indispensabile programmare e valutare in modo costante le politiche pubbliche e migliorare le reattività dei sistemi sanitari alle condizioni di vulnerabilità. …(CONTINUA)
Il punto di partenza per la compilazione del Piano è stata un’indagine realizzata dall’Osservatorio nazionale e dall’Istituto degli Innocenti di Firenze,in cui è stata data voce ai diretti protagonisti: tante le sorprese. Un esempio:
Domanda:Cosa è per te un diritto? (risposta multipla)
Risposte:
-è una libertà (per poter far scelte,avere il permesso di agire,poter decidere da soli,potersi esprimere) ; 61,0 %
-è qualcosa che hai quando nasci e nessuno ti può togliere ; 34,9 %
-è qualcosa che ha il potere e la forza di proteggere i bisogni delle persone o della collettività; 24,4 %
-è qualcosa che ha il potere e la forza di proteggere gli interessi delle persone o della collettività; 14,3 %
- è qualcosa che se vuoi puoi chiedere che venga rispettato: 7,8 % %
-ha a che fare con ciò che si deve fare, rispettare e ubbidire: 6,9 %
-è un obbligo posto in capo ad altri di rispettare la volontà di altre persone: 3,4 %
-non so: 1,2 %
-altro:0,6 %
- “Ansia e depressione tra i ragazzi dopo un anno di teledidattica <Pressioni sui pronto soccorso>: dall’articolo di Federico Fubini e Simona Ravizza con la presentazione di un’inchiesta sulla salute mentale ne Il corriere della sera del 9 aprile 2021
… Dopo anni durante i quali la crisi attorno alla salute mentale di tanti giovanissimi italiani covava sotto la cenere,il Covid 19 l’ha aggravata e poi fatta esplodere. In gran parte al riparo dalle conseguenze fisiche del virus, i bambini e gli adolescenti stanno subendo quelle psicologiche da quando le chiusure scolastiche li hanno lasciati a casa. L’isolamento in una stanza,la didattica magari solo attraverso uno smartphone e un wifi instabile,le liti in famiglia nate dalla convivenza in pochi metri stanno innescando negli adolescenti una seconda epidemia.
Non è un virus. E’ abulia,depressione, crollo della concentrazione e dell’autostima,, ansia,autolesionismo. E non è solo in Italia. Uno studio sui pronto soccorso pediatrici di Torino,Cagliari e di altri 21 ospedali in dieci Paesi diversi durante la prima ondata di Covid, pubblicato su “European Child and Adolescent Psychiatry”, mostra ciò che è successo in tutto il mondo: gli accessi per atti di autolesionismo in marzo e aprile 2020 sono aumentati dal 50% al 57%, con un’incidenza in crescita degli “intenti suicidi” e dell’isolamento come fattore scatenante
…. La dott.ssa M. Antonella Costantino,direttrice dell’Unità operativa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del Policlinico di Milano,nonché Presidente della Società Italiana di neuropsichiatria infantile sapeva che i pazienti minorenni erano raddoppiati nell’ultimo decennio, e che, per la carenza di personale, in Italia ci sono solo 32 letti di neuropsichiatria infantile funzionanti. “L’epidemia del Covid ha fatto scoppiare un bubbone che si trascinava da tempo- ha denunciato- A gennaio gli accessi alle neuropsichiatrie infantili per tentato suicidio sono stati 86, quasi un raddoppio rispetto l’anno precedente”-
Tutto questo provoca una domanda:gli adulti hanno i loro ristori,ma come indennizzare bambini e teenager per la scuola e le amicizie perse col Covid? … (Continua)
DORA- Con questa conversazione n.66 ho deciso di accogliere i desiderata di un gruppo di amici di un grosso condominio di Roma , e cioè di affrontare i problemi di bambini e ragazzi e delle loro famiglie,dopo il lungo isolamento della pandemia.
I due articoli- come al solito- mettono a fuoco problemi , prospettive, risonanze della realtà per il nostro confronto di pensieri e di esperienze sul tema:Primo diritto l’educazione.
Con questo titolo l’obiettivo di educazione e autoeducazione permanente del nostro sito risulta più diretto e più pratico. Meno tempo per riflessioni dunque e più per autoanalisi , racconto di fatti ed eventuali proposte. Tre semplici domande:
1-Incontrando bambini o ragazzi,nella nostra casa,per strada ,ma soprattutto nel nostro condominio,proviamo gioia e curiosità,oppure fastidio e contrarietà?
2- Riusciamo a dialogare con loro,ascoltandoli con attenzione e cordialità,così da attivare la loro fiducia e risponderci?
3- Abbiamo proposte da fare o da appoggiare presso la Chiesa ,la Scuola o la politica per migliorare la loro vita e preparare al meglio il loro avvenire?
Attendo fino al 25 luglio,perché il blog dovrà uscire il 30 .
Fiore,direttrice dell’Unicef (Istituto nazionale del sistema educativo di istruzione e formazione) , denuncia al G7 : ” 1,6 miliardi di bambini non sono andati a scuola. Ora nei paesi poveri non hanno vaccini. .. La pandemia non è finita per nessuno finché non è finita per tutti … In molti paesi i contagi sono in aumento e i sistemi sanitari in difficoltà. Il prezzo pagato dai bambini è incalcolabile.” ( da Il corriere della sera , 17 giugno 2021)
Dora-. Il grave disagio dei bambini e degli adolescenti ,che costituisce questa volta la situazione di partenza per il nostro confronto a distanza, è stato certo riscontrato in tutte le regioni e,in particolare,in tutte le grandi città italiane, ma,purtroppo, di diritti dei bambini in verità si parla solo intorno al 20 novembre, che è la Giornata internazionale dei diritti dei bambini. Esiste infatti una Convenzione ONU su questi diritti , di 54 articoli,firmata da 194 Stati nel 1989, ma andrebbe però aggiornata, in quanto è stata scritta quando Internet non era così presente nella vita di ogni bambino.
Il nuovo Piano per l’infanzia e l’adolescenza messo a punto dal Governo e approvato dal Parlamento italiano è un documento ufficiale che anche noi possiamo approvare per i contenuti e soprattutto per il metodo usato. In particolare, per l’obiettivo finale : cioè la partecipazione attiva di tutti i soggetti dell’educazione –compresi gli stessi bambini e adolescenti- a quella “Comunità educante” sul proprio territorio che sola assicura l’efficacia dei risultati pratici. Questo obiettivo non può non essere accolto e sostenuto da tutti noi con soddisfazione.
Riproponendo per la nostra conversazione le domande che rispecchiano coerentemente questa logica, non mancherò peraltro di completare i diversi interventi con alcune affermazioni di esperti di educazione. Come lampade accese sulla strada dell’ascolto.
“Degli adolescenti si parla solo se si comportano in modo spericolato e violento,oppure se manifestano alterazioni psichiche, per il resto sono socialmente invisibili … Le condizioni degli adolescenti sono state molto difficili durante la pandemia,costretti all’isolamento in casa ,inchiodati ore e ore davanti allo schermo del computer per la didattica a distanza. Questa drastica rinuncia alla vita sociale ha spinto gli adolescenti a rinchiudersi nella loro stanza quasi appropriandosi dell’isolamento per non doverlo subire,connessi al mondo dei coetanei solo attraverso i social network,le chat e i videogiochi” (dall’articolo dello psichiatra Massimo Ammaniti - Il corriere della sera,29/6/2021)
1-Incontrando bambini e ragazzi, proviamo gioia e curiosità,oppure fastidio e contrarietà?
-“Spesso vado di fretta e se li incontro li oltrepasso senza neppure guardarli. Talvolta le loro grida nel cortile mi fanno venire i capelli dritti … se però ne vedo qualcuno che piange il mio cuore si scioglie … “(G. R. - prov. di Pavia)
“Essendo una persona che ama molto la condivisione sono ben felice di incontrare bambini ragazzi che abitano attorno alla mia casa, oppure mentre cammino (purtroppo frettolosamente a causa del frenetico lavoro) per la strada ,nei vicoli ,oppure anche nei condomini dove vado a curare le persone .Questi incontri, anche attraverso uno sguardo e un sorriso accennato, danno forza alle mie giornate perché mi riconducono al modo in cui mi ponevo quando ero una bambina. Anche io ho abitato per diverso tempo in condomini, sorridevo ,salutavo e ringraziavo , anche con una stretta di mano, a volte con una lacrima, a volte con un sorriso, la persona adulta che mi aveva donato il proprio tempo in un semplice ma forte gesto umano” (P. C. – prov. di Pavia)
-“Due settimane fa col mio deambulatore mi azzardavo a scendere i due gradini per la via del portone del palazzo dove abito invece che per la via del cancello … Silenziosamente un bambino ben robusto di 9/10 anni si è staccato dalla madre, che parlava sulla soglia del portone con una altra signora, ed è corso verso di me ,per aiutarmi con un sorriso. Da 12 anni, da quando abito qui, mai un bambino mi aveva così spontaneamente aiutata a vivere.” ( M. I. - prov. di Pavia)
“Incontrare un bambino per le strade del mio quartiere è sempre, per me, una gioia: gli sorrido con gli occhi ( da quando ho la mascherina), e quasi sempre il mio sorriso è ricambiato. I più piccoli, sul passeggino, spesso mi seguono con lo sguardo e mi salutano con la manina. Sovente sono accompagnati dai nonni, qualche volta dai genitori, più frettolosi.” ((A.M. F. – Alba (Cuneo)
“Per me è bello l’incontro con i bambini,dare e ricevere un sorriso e vedere come cambiano crescendo”( M. G. –Sestri Levante (Ge))
-“Incontro qualche bambino solo per la strada o in carrozzella, con le loro nonne. Sono rarissimi i bambini che mi salutano o mi sorridono,molto pochi quelli che rispondono al mio saluto con un cenno,incoraggiati dalle nonne. La maggior parte abbassa gli occhi e li gira dall’altra parte. Sono abituati così .”( A. P. – prov. di Pavia)
“I genitori incidono sempre sullo sviluppo morale dei loro figli,in bene e in male. Di conseguenza, la cosa migliore è che accettino questa responsabilità inevitabile e la realizzino in maniera cosciente, entusiasta,ragionevole e appropriata … La famiglia non può rinunciare ad essere luogo di sostegno, di accompagnamento, di guida.”( Papa Francesco in Amoris laetitia , 259/260)
2-Riusciamo a dialogare con bambini e adolescenti,ascoltandoli con attenzione e cordialità?
- “Bella domanda. Quando sono piccoli è più semplice ascoltarli e seguirli nei loro giochi e racconti. Crescendo ci sono da conciliare i propri pensieri di adulti con quelli dei ragazzi che in questo periodo sono presissimi dal telefonino. Non è semplice. Ieri si dava per scontata l’obbedienza, e oggi invece noi adulti dobbiamo imparare ad ascoltare loro per conoscere i loro pensieri e dialogare con loro .Non è facile. Ma,come nonna,cercherò di fare del mio meglio.” ( M. G. –Sestri Levante (Ge))
-“ Sono stata sempre troppo di corsa per il mio lavoro durante l’epidemia (che in parte ancora continua), ma ho guardato sempre con gioia i miei figli tornando a casa. Io però sono fortunata: sono vedova e abito con i miei genitori. Mi accorgo però che, se non stai a lungo con loro,se non ne condividi la vita, essi si allontanano,e con te non parlano molto. Ma,io colgo tutte le occasioni per ascoltarli.” (S. C. - Vercelli)
“ Per me l'ascolto è sempre stato un elemento fondamentale di vita, di conseguenza, quando incontro bambini e ragazzi che conosco, li ascolto con molta attenzione .Queste nuove generazioni hanno bisogno di essere capite e soprattutto che si risponda ai loro bisogni infondendo loro fiducia affinché possano riuscire ad esprimere la loro forte intelligenza nel modo migliore possibile ,indirizzandola in progetti costruttivi di vita.” (P. C. – prov. di Pavia)
“Nel mio condominio ci sono molti bambini che suscitano tenerezza e voglia di coccolarli ed ascoltarli,nelle loro storie ,nelle fantasie che si esplicitano anche nei loro giochi. Nella vicina piazza del condominio,finalmente,dopo la chiusura in casa per lunghi mesi,questi bambini si divertono a giocare usando le attrezzature che sono state messe a loro disposizione.
E’una gioia vederli rifiorire anche nella loro autonomia,e,anche se il covid 19 ha spento un po' la loro vivacità portandoli a volte in situazioni critiche,la capacità di reagire,con mia sorpresa,non è sopita.
Mi ha colpito vedere una bambina cinese di due anni in compagnia del suo giovane padre non reagire al mio saluto. Il padre mi spiegava che aveva paura degli estranei ma è bastata però un po' di attenzione in più a sciogliere la sua resistenza. “(R. S. - Roma)
“Come si fa a non provare gioia nel vedere i bambini giocare,l’importante che si usi educazione e rispetto per gli spazi comuni … Io penso che per dialogare con un bambino o ragazzo,bisogna scendere al loro livello senza ergersi su un piedistallo,solo così si sentiranno sicuri di parlare.
Il nostro quartiere purtroppo non è a misura di bambino,mancano spazi verdi e parchi gioco. Ancora aspettiamo i nuovi giochi promessi circa un anno fa,dal Comune. Riproveremo a chiedere un semplice parco giochi dove i bimbi possono giocare in sicurezza.
(T. P. - Roma)
-“ … Non posso proprio accettare i modi aggressivi con cui rispondono alle mie osservazioni in casa e fuori casa … Per questo a volte fingo addirittura di non vederli o di non sentirli se mi chiamano..Ci pensino a educarli i loro genitori e insegnanti … Tocca a loro,no?..” (F. C. - Pavia)
“ Purtroppo i nostri figli non sono più sotto il nostro controllo come un tempo:oggi,non solo hanno gli insegnanti,spesso non fissi, e gli educatori delle varie associazioni, ma soprattutto i cellulari, di cui non ci sembra opportuno privarli. Se non si sono date sane abitudini dai primi anni di vita, se non li hai bloccati nelle loro energie naturali,se non li hai umiliati con la mancanza di fiducia, se sei in buon accordo ogni giorno rinnovato col papà ,se collabori con gli insegnanti, se gli dai un buon esempio con quanto chiedi a loro,continueranno a preferirti –come mamma- nel dialogo”.( M. R.- Torino)
Dora- Risposte così sincere e,insieme,cordiali, testimoniano pure la particolare indifferenza e disinteresse di tanti di noi,uomini e donne,cittadini e cittadine, con cui guardiamo ai bambini e ai ragazzi che incontriamo.
Urge però capire cosa vuol dire educare oggi, in una società così frammentata e pluralista, che suscita sentimenti d’insicurezza più che di accoglienza,così come fa notare il sociologo dei processi culturali Franco Garelli nel suo libro sull’ Educazione ,mettendo a fuoco la diversità dei significati che si dà al termine educazione, mentre Ivo Lizzola, il pedagogista della marginalità, lo dice in modo folgorante: “Educare è mettere in comune la vita”.
Nel 1997 Jacques Delors, presentando all’UNESCO il rapporto della Commissione Internazionale sull’Educazione per il XXI secolo,scriveva dell’educazione come di “una utopia necessaria”,centro vitale della società: impegno a imparare a vivere per tutta la vita.
Il 14 luglio 2021 l’INVALSI (Istituto nazionale valutazione apprendimento Scuole italiane) ha preparato i risultati del primo studio sistematico del periodo di Didattica a distanza 2020/2021. Il 50% degli studenti,in particolare delle scuole superiori, è risultata impreparata,soprattutto in italiano e matematica. Il 23% si è perso per la strada.
3- Abbiamo proposte da fare alla Chiesa ,alla Scuola o al Governo, per migliorare la vita dei bambini e degli adolescenti e preparare al meglio il loro avvenire?
-“ I genitori: mi pare che il grande lavoro da fare per l’educazione dei ragazzi sia proprio la formazione dei genitori. Negli anni scorsi, come volontaria del Consultorio familiare pubblico della mia città ho partecipato ad una esperienza indimenticabile.Il gruppo delle volontarie era formato da una ventina di persone .Siamo state seguite da due psicologhe, ci siamo preparate con 48 ore di formazione per la conduzione di lavori di gruppo dei genitori delle scuole primarie della città. Si trattava di un percorso (4 incontri) sul tema: “Una casa per crescere insieme”. Il lavoro è durato per due anni consecutivi e spesso incontro ancora genitori che ricordano con piacere l’esperienza e ne mettono in evidenza i frutti.
Purtroppo l’esperienza non si è più ripetuta. Il Servizio pubblico interviene quando i problemi si fanno ingestibili e la famiglia chiede aiuto, molte volte un po' troppo tardi.Nei mesi scorsi ho avuto contatti frequenti con famiglie che hanno figli in difficoltà (ansia, chiusura, disagio …) e mi sembra di poter dire che spesso il problema ha la sua origine nei rapporti familiari, non sempre corretti e funzionanti. Questo mi conferma quanto sia importante il lavoro con gli adulti per l’educazione dei piccoli e degli adolescenti.” (A.M. F. – Alba (Cuneo)
“ A mio modesto parere le grandi Istituzioni, la famiglia, la Chiesa, la Scuola e anche il Governo, per prima cosa ognuno di questi sistemi dovrebbe esprimere giustamente l'aspetto educativo con fermezza ma nello stesso tempo con accoglienza e comprensione, e poi lavorando insieme con rispetto e regolarità. Soprattutto ascoltando il forte bisogno di questa nuova generazione dall'intelligenza spiccata comunque bisognosa di un dialogo ,che ha avuto per tanto tempo di Covid solo come compagnia molta attività virtuale e poca presenza reale ed umana.” (P. C. – prov. di Pavia)
“Vivo a Roma in un condominio che conta più di cento appartamenti, chiamato Palazzo dei ferrovieri. Ci vivono molte famiglie con bambine e bambini, ragazze e ragazzi con cui parlo spesso. Alcuni li conosco fin dall'infanzia perché ero la loro babysitter. Vivono in famiglie molto attente alla loro educazione, seguiti passo passo, devo dire che sono rispettosi e cortesi, gli adolescenti mi raccontano le loro "marachelle" ed io mi metto sul loro piano non sgridandoli né giudicandoli mai (per quello ci sono i genitori). Le loro vite private e scolastiche ormai le conosco e con i loro genitori e nonni è nata un'amicizia che si è rafforzata nel tempo. La maggior parte dei bambini e ragazzi abitanti qui vive il condominio con allegria e partecipazione, mi chiedono notizie sulla riapertura della nostra biblioteca condominiale che con il Covid è chiusa da molto tempo. Gli manca incontrarsi per prendere un libro, partecipare a feste di Halloween, natalizie, mascherati per Carnevale o per presentazioni di libri dedicati a loro.
Sono certa che se aiutati a vivere in comunità sane come il nostro condominio, dove ci conosciamo quasi tutti, saprebbero andare avanti con saggezza, non vivere in solitudine, saper confrontare le loro opinioni per crescere al meglio. Questa è la mia piccola proposta... “(L. R. - Roma)
“È stato bello, interessante e...complicato incontrare i giovanissimi del mio bel condominio del Palazzo dei ferrovieri, con tanto di cortile e spazi per l’aggregazione sociale!
Quello che si dà per scontato nell’immagine collettiva dei bambini che giocano spensierati e rumorosi nel cortile in effetti non è più la realtà, un po’ perché i bambini e i giovanissimi non sono più così tanti e così presenti e se da una parte questa immagine idillica ci piace, dall’altra quasi preferiamo che se ne stiano a casa a fare rumore, piuttosto che in cortile!
Il tempo è un altro fattore problematico perché i ragazzi oggi hanno attività scolastiche ed extra scolastiche scandite da impegni e orari serrati e abbastanza poco altro tempo da dedicare alla conversazione con gli adulti …
Comunque ho cercato di coinvolgerli con domande circa il periodo della pandemia,se sia stato interessante per loro, così, a parte lo stress di vivere una situazione da film di fantascienza finora mai creduto possibile, finalmente ne hanno potuto prendere coscienza, tirando fuori emozioni e angosce e mancanze tra le più disparate.
Dall’abbraccio dei nonni (ormai sempre più in versione baby-sitter), al non poter vedere il cavallo, agli amici che non si sono potuti frequentare ,alla paura di frequentarli di nuovo e non trovarli più poi così amici. Dallo stress della DAD che “non funzionava niente”, a poi sentirsi accusare di copiare o studiare per finta e di preferire la DAD alla scuola perché c’è meno controllo. Dal tempo che improvvisamente si è dilatato e non si sa come affrontarlo , … alle nuove abitudini tipo entrare in casa e correre in bagno a lavarsi le mani, oppure cercare e avere una mascherina alla moda.
Emozioni a volte semplici e infantili, a volte anche più profonde e difficili da affrontare perché si è ,e ci si sente, impreparati. Ed è proprio questo che mi sento di imputare ai grandi, alla scuola, alle istituzioni: ci siamo affannati nelle chiusure, procedure, divieti, disposizioni per proteggerli ma...un’assistenza e preparazione psicologica per affrontare tutto questo non è stata minimamente prevista per i bambini e i ragazzi che sono per la loro età lanciati verso il futuro e invece si sono trovati a vivere uno stop senza appello..”- (G. P. - Roma)
“ Penso- come ex insegnante- che sia fondamentale divenire sempre meglio una Comunità educante. I figli non sono una proprietà privata,ed è compito della Società,attraverso le Istituzioni Famiglia, Scuola e Governo promuovere la formazione delle nuove generazioni. Ho appreso che nella scuola superiore,dall’indagine INVALSI che serve a verificare il grado di preparazione degli studenti,sono emersi risultati preoccupanti sulla formazione dei giovani. Più che mai è necessaria una azione sinergica .
Nel mio quartiere ho cercato e scoperto degli spazi di opportunità per prepararsi , che possono essere di aiuto a chi voglia approfondire i saperi e progettare una vita migliore.
Si è inaugurata,con la presentazione di un libro di una giovane scrittrice,la sede appena restaurata della Casa della partecipazione. I locali,di via Panfilo Castaldi sono del Comune di Roma,messi a disposizione dei cittadini del quartiere,con un progetto voluto dalla precedente amministrazione capitolina,per attività culturali. All’inaugurazione era possibile aderire a delle proposte di progetti e farne altre .Ho dato la mia adesione al tema dell’educazione dei giovani.
Presente nel quartiere è l’INPEF di via Papareschi ,Istituto nazionale di Pedagogia Familiare,ente accreditato presso il Ministero della Pubblica Istruzione,dell’Università e della Ricerca. Tra i Master in programma ce n’è uno che trovo interessante: Diritti umani e diritti dei bambini - Ce n’è anche un altro in Pedagogia familiare. Spero che dal confronto con i cittadini del territorio a questi enti possa venire la spinta a sfidare la realtà post covid, con la forza creatrice di una nuova realtà positiva-”( R. S. - Roma)
“ La mia proposta è di passare tutti dalle parole ai fatti oggi subito partendo proprio dalla domanda fatta ai bambini:cosa è per te diritto? Se il loro diritto è l’educazione,loro diritto è avere chiari i compiti degli Enti a cui far riferimento, e questi hanno il dovere di agire per realizzare tutti gli obiettivi del Piano del Governo,partendo subito. Tutti insieme poi abbiamo il dovere di realizzare la Città che educa.”( M. G. T. -Sestri Levante(GE)
“In un momento di estrema frammentazione e di estrema contrapposizione c’è bisogno di unire gli sforzi, di far nascere un’alleanza educativa per formare persone mature, capaci di vivere nella società e per la società … Urge un patto educativo globale che ci educhi alla solidarietà universale,a un nuovo umanesimo”.. .(papa Francesco)
Dora- La nostra conversazione/confronto si conclude qui. Questa volta non poche risposte , ma nessuna di uomini. Anche noi,nel nostro piccolo, rispecchiamo la realtà. In compenso,per questo, ho scelto tutte citazioni di esperti uomini - Il richiamo più forte alla responsabilità collettiva è quello di Papa Francesco,e tocca ognuno di noi,il nostro sguardo, il nostro stile di vita,giorno per giorno.
Perché ogni incontro tra persone,soprattutto con le persone più piccole e fragili , genera scintille di educazione o di avvilimento,di speranza o di scetticismo, apre orizzonti o avvelena i cuori. “I bambini non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere”, diceva Rabelais. Un impegno corresponsabile per tutti noi. Si dovrà imparare a imparare per tutta la vita.
Col nostro blog continueremo su questa strada. Metto in comune una piccola scelta di libri utili.
Bibliografia
AA.VV. - a cura di Ernesto Diaco - L’educazione secondo Papa Francesco – EDB,2018
V. Andreoli – L’educazione (im)possibile –Orientarsi in una società senza padri - Rizzoli,2014
P. Bianchi – Nello specchio della scuola – Il mulino , 2020
C. Chiesa – Sognare con i bambini- Ascoltando i bisogni di questo tempo- S. Paolo,2021
J. Delors - Nell’educazione un tesoro- Rapporto all’Unesco della Commissione Internazionale sull’Educazione per il XXI sec.-Armando,1997
F. Garelli – Educazione -Il mulino, 2017
I. Lizzola –Condividere la vita- Legami,cura,educazione-Ave, 2018
A. Matteo -Il nuovo bambino immaginario- Perché si è rotto il patto educativo tra genitori e figli- Rubbettino, 2020
Dialogo aperto
Alle radici anche di questo blog- “ Gentile Dora ,voglio dirle che mi è piaciuto il fatto che il prof. Limone le abbia dedicato un acrostico così significativo e che lei abbia voluto farlo conoscere a tutti gli amici tramite il blog. Perché non l’invia anche a Rocca? Io conoscevo il grande don Giovanni Rossi, ma non conosco personalmente lei. Qui in zona però c’è chi ancora ricorda la Settimana della famiglia che lei organizzò quando era ad Assisi. Sinceri rallegramenti.” ( A. L. prov. di Milano)
DORA- Caro signor A. , la ringrazio vivamente per la sua attenzione. Vuole anche lei,infatti,andare “alle radici” di questo blog. Le dirò. Mi affiorano spesso dall’anima le parole che spesso ci ripeteva don Giovanni rossi: “Un orecchio al mondo e uno al Tabernacolo”- Ascoltare a fondo e poi confrontarsi e meditare, produce decisioni pratiche .”Fine della ricerca è l’azione” era la parola d’ordine dell’associazione culturale Famiglia Aperta.
Riprendere in mano la propria vita- “ Carissima Dora,nonostante la nostra famiglia sia stata numerosa- e tu lo sai- ora che tutti sono andati per la loro strada, ci sentiamo spesso soli. Soli in due. La pandemia ci ha esiliati in casa,e spesso il nostro parlarci è diventato stranamente “scontro” oppure “silenzio”….. Stiamo ancora bene insieme, e non ci sentiamo più vivi,ma come “imbalsamati”… Abbiamo trovato il tuo sito su internet e felici abbiamo deciso di scriverti: lo sentiamo un atto di vita … E tu,come stai?...” ( P. e R. F. prov. di Firenze)
DORA- Carissimi amici, dopo quanto tempo vi sento.. . che gioia! Col pensiero però vi ho visitato spesso e con la preghiera ogni sera. Ormai,però, da sette anni il deambulatore,dentro e fuori casa, mi impedisce progressivamente di muovermi … “Imbalsamati” voi,con quella benedetta rete familiare e amicale che avevate creato?- Forse solo un po’ addormentati …
Vi invito a riprendere in mano la vostra vita aprendovi agli altri. Appena possibile ,invitate a casa vostra tutti gli amici e i conoscenti più vicini. Insieme a loro andate sul mio sito e scegliete il tema della conversazione che preferite (la prossima ?) ,fermatevi a riflettere e a discuterne insieme. Un paio tra voi,prendano appunti ,e poi mandatemeli come frutto dell’incontro e dono a una vecchia amica. Sarà un dono soprattutto per la vostra stessa vita.
Ve lo spiega sinteticamente lo psichiatra e psicoterapeuta G. Francesetti di Torino: lo ricordate? Prendo una sua affermazione sul metodo di F. A. ( che il nostro sito cerca di continuare a realizzare con linguaggi diversi) dalla presentazione al mio libro :Famiglia Aperta le radici e le ali.
“Sono convinto che Famiglia Aperta,profondamente ispirata,non solo ha accolto originariamente la spinta del suo tempo,ma sorprendentemente reca con sé, nel suo metodo di lavoro, anche il rimedio alla frammentazione.
Il confronto in piccoli gruppi,il dialogo che faticosamente connette le differenze e tiene insieme gli opposti, che sostiene i legami e la condivisione senza prendere la scorciatoia della fusione o del dogma, l’ascolto come esercizio della reciprocità, la solidarietà e l’umiltà come cura del narcisismo di “coloro che si aiutano da sé” sono tutti elementi del metodo di Famiglia Aperta che costituiscono nella pratica il passo necessario di cui abbiamo bisogno per crescere come individui e come società”.
Sento ovunque il peso degli sguardi– “Cara Dora,ho letto come al solito,interamente ,la conversazione 65 sugli emigranti e mi ha davvero colpita la riflessione che evidenzi tra il “guardare” e il “vedere”- Veramente interessante …” (R. S.- Roma)
DORA- Carissima R.,a conferma di questa necessità, leggo sull’ Avvenire di oggi ,nell’editoriale di Marina Corradi, la notizia che, il giovane calciatore delle giovanili di Milano,etiope di nascita ma adottato da una famiglia di Nocera , che si è tolto la vita in questi giorni, aveva descritto tre anni fa, sul post di Facebook, la sua esperienza angosciosa.
Ne trascrivo un brano:”Adesso,ovunque io vada, ovunque io sia,ovunque mi trovi, sento sulle mie spalle, come un macigno,il peso degli sguardi, scettici,prevenuti e schifati e impauriti delle persone. Qualche mese fa ero riuscito a trovare un lavoro, ma ho dovuto lasciarlo,perché troppe persone,prevalentemente anziane, si rifiutavano di farsi servire da me,e,come se non bastasse,come se non mi sentissi già a disagio,mi addossavano anche la responsabilità del fatto che molti giovani bianchi non trovassero lavoro.”
Mi viene in mente quanto ha detto papa Francesco in una sua catechesi sulla “fede e dignità umana”dell’anno scorso:”La pandemia ha portato alla luce patologie sociali più ampie. Una di queste è la visione distorta della persona,uno sguardo che ignora la sua dignità e il suo carattere relazionale … A volte guardiamo gli altri come oggetti da usare e scartare. In realtà questo tipo di sguardo acceca e fomenta una cultura dello sguardo individualistico e aggressivo,che trasforma l’Essere umano in un bene di consumo”-
L’emergenza migranti -“ … Ho letto il suo blog sui migranti e mi ha colpito il fatto che nessuno dei partecipanti abbia mostrato preoccupazione per il moltiplicarsi degli sbarchi sulla frontiera marittima italiana che è anche frontiera europea.
L’emergenza migranti , anche se non è invasione, resta. Come difendersene se non con un immediato blocco navale? …( P. C.- prov. di Pavia)
DORA- L’emergenza è emergenza umanitaria,soprattutto in presenza dell’emergenza sanitaria e di quella economica. Tutte emergenze da governare,nelle varie fasi e con diverse modalità. Altro è “salvare tutte le vite in mare”,altro è impegnarsi ad accoglierle tutte e integrarle nel nostro paese. Ci vuole saggezza,coraggio,lungimiranza.
Ma è proprio vero che in Italia non abbiamo bisogno di immigrati se i nostri dati demografici sono così desolanti e alcuni lavori non più appetibili? Ed è possibile risolvere questo problema di flussi sregolati senza corretti e tenaci rapporti diplomatici con l’Unione Europea di cui facciamo parte e con i responsabili dei paesi dell’Africa per prevenire le partenze? Da una parte migliorando le condizioni di vita e la protezione dei profughi che si accalcano in Libia,dall’altra lottando contro i trafficanti di esseri umani.
E’ proprio questo che stanno facendo la ministra Lamorgese con il ministro Di Maio e,soprattutto in Europa, con il premier Draghi. Non ci sono soluzioni facili e rapide, soprattutto in presenza di mentalità e pratiche sovraniste resistenti, ma l’obiettivo resta quello di promuovere la migrazione legale. Secondo giustizia e consapevolezza umana.
Ci ritroveremo tutti lassù!-“ Cara Dora,purtroppo oggi,nel giorno del suo compleanno,la mamma è morta. Ci ha lasciato con il suo cuore grande come quello che aveva. Con la sua grande capacità di amare.Sei stata importante per lei,fondamentale per le sue scelte. Grazie per tutto quello che hai fatto.” (R. e G. S. - prov. di Taranto)
DORA- Carissime Rosellina e Gilda, partecipo con il cuore e con la fede a questo tragico evento che state attraversando con papà e l’intera famiglia. E continuerò a farlo. La morte di Evelina come quella di ognuno di noi quando avverrà, però,non è la fine ,ma l’inizio di un’altra vita, finalmente libera da ogni malanno e da ogni sofferenza .Una vita nella comunità felice col Signore …
Un grande vuoto per tutti gli amici di F. A. da 20 mesi , per tante famiglie di amici comuni che ci hanno preceduto: Pietro e Gino da Barletta,M. Teresa da Alba, Leonardo da Vimercate , Lidia da Foligno … Dico dunque a tutte, con dolore ma con speranza: coraggio! Ci ritroveremo tutti lassù!
Non basta guardare occorre vedere- “ … Ho letto il vostro blog sulla libertà e ho pensato che siete degli illusi- Oggi più che mai non siamo né possiamo essere liberi. Per varie ragioni- Non serve aumentare i nostri sensi di colpa e la nostra infelicità …”( A. M. S. - Milano)
DORA- Cerco di comprenderla, cara signora, nella sua amarezza . Anche perché oggi non sempre si riesce a leggere con calma e nel silenzio,né si usa rileggere,soprattutto i testi di riflessione che compaiono su Internet. E infatti,non basta leggere guardando, ma soprattutto è importante saper leggere cercando di vedere. Sulla libertà stiamo continuando a riflettere da tempo. E sarà indispensabile perseverare. Non è facile essere liberi, perché costa molto essere responsabili fino in fondo delle proprie scelte nel quotidiano. E,d’altronde,senza corresponsabilità con gli altri esseri umani, non si provano né pace né gioia.
Le beatitudini della quotidianità
Beati coloro che moltiplicano con larghezza i gesti di misericordia, perché la misericordia li illuminerà.
Beati coloro che donano fino a restare a mani vuote,poiché Dio di nuovo le riempirà.
Beati coloro che credono nel potere di moltiplicazione che il dono detiene, poiché vedranno manifestarsi molte volte il miracolo dell’amore.
Beati coloro che non si sottraggono all’incontro con i poveri, poiché con mi poveri impareranno cose che ignoravano riguardo a Dio.
Beati coloro che non si barricano nel condominio dell’indifferenza, poiché scopriranno che è nello spazio aperto della vita solidale che il vento di Dio spira meglio.
Beati i compassionevoli, poiché vedranno cadere a terra tanti pregiudizi.
Beati coloro che con la mitezza rompono il muro delle lentezze implacabili, poiché sperimenteranno dentro di sé che sono altre le vie della consolazione.
Beati coloro che per la giustizia provano vera fame e vera sete: non mancheranno di essere saziati.
Beati coloro che sanno il valore di uno sguardo puro,poiché,poiché nel mezzo della confusione del mondo vedranno Dio.
Beati coloro che avvertono l’appello ad afferrare il presente con mani gentili,poiché diventeranno senza saperlo,anche le levatrici del futuro.
Beati coloro che faticano quotidianamente per la pace:questo fa dei mortali i figli di Dio. (Josè Tolentino Mendoza - Avvenire,27/11/2020)
DORA -25/luglio 2021- Ricevo oggi e pubblico in extremis la testimonianza del nostro amico prof. Giorgio Campanini che scrive da Rimini ,da padre di 5 figli e non so quanti nipoti …
“Cara Dora,…. per la mia attuale scarsa mobilità i miei incontri con i miei numerosi nipoti sono purtroppo alquanto rari ma mi arricchiscono e “consolano” molto. Grazie a loro la storia continua e nasce la speranza di un futuro migliore …
Guardarli e vivere con loro ci fa capire quale sia l’importanza,il dovere ,di costruire anche per loro,un futuro migliore,non nel senso alquanto banale di una società più “avanzata” e più prospera, ma anche e soprattutto di una società e di una città realmente “a misura d’uomo”,non necessariamente più ricca e prospera,ma più aperta a quel vasto mondo della povertà, della ricorrente conflittualità, della guerra e della violazione dei diritti umani che ancor oggi,purtroppo,comprende due terzi del pianeta.
Il futuro che li attende sarà davvero quello di un mondo migliore,di una società mondiale più aperta,più giusta,più umana? Da credente mi apro a sperare.”