STOP parliamone - Il blog di Dora Ciotta


n.46- Essere amici[altre sezioni]

n.46- Essere amici

 

- dall’articolo di Paolo Foschini  su Il  corriere della sera del 20 marzo 2019 col titolo:” La vera rarità è l’amicizia”-Sondaggio IPSOS  2019

“ Se vi chiedono a cosa vi fa pensare la parola «raro» molti di voi risponderanno «prezioso» o "eccezionale", oltre metà dirà addirittura «unico», mentre a pochi — neanche due su dieci — verrà in mente il concetto di «scarso». Dunque per gli italiani, almeno in teoria, «raro» è qualcosa di positivo. Il rovescio di questa considerazione però ne implica un’altra assai negativa: ciò che è buono- tipo amore, amicizia, generosità, sincerità - viene cioè considerato rarissimo. Anzi persino «più raro» di quanto non sia nella realtà, dove la positività «più unica che rara» è invece molto più presente di quanto non si pensi: se solo la si guardasse.

Sono solo alcuni tra i risultati dell’indagine Ipsos che sarà presentata domani a Milano in occasione di «Rare Menti», seconda edizione dell’evento organizzato da Corriere della Sera Buone Notizie e da Sobi a chiusura del periodo di iniziative dedicato alla sensibilizzazione, informazione e  promozione della ricerca sul fronte della lotta alle malattie rare. «Un mondo quest’ultimo —sottolinea Sergio Lai, general manager di Sobi Italia — che per la sua complessità merita di essere esplorato in tutti i suoi aspetti. Così dopo il successo della prima edizione abbiamo voluto rinnovare un appuntamento che oggi vuole far luce sul significato dell’essere raro da una nuova prospettiva ma con lo stesso obiettivo: far conoscere la rarità al vasto pubblico per mostrarne tanto le sfide quanto i punti di forza».

Del resto anche sulle malattie rare si registra un notevole divario tra percezione e realtà. Sei su dieci credono che ne esistano al massimo tremila, mentre sono molto più del doppio. In compenso però chi conosce direttamente qualcuno che una malattia rara ce l’ha si dimostra più consapevole rispetto ai rischi di discriminazione che la società riserva alla diversità.

La conclusione in realtà — e a testimoniarlo domani saranno diverse «menti rare» — è che cose come l’altruismo, il coraggio, la felicità, sono «rarità» alla portata di tutti. E che spesso i veri eroi sono semplicemente quelli che, ogni giorno, continuano a seguire le proprie passioni nonostante le difficoltà. Come ricorda Elisabetta Soglio: «Rare Menti è un’occasione per provare che non sempre quello che sembra raro lo è. Le storie positive che raccontiamo ogni settimana su Buone Notizie sono più diffuse di quanto ci sembri: basta soltanto avere voglia di scoprirle e valorizzarle».

 

-dall’intervista a Massimo Cacciari a Repubblica del 12/4/2012-

“ Oggi esistono altre forme di amicizia,come quelle digitali sui social network,….In questo tipo di  comunicazione tutto si eguaglia,non ci sono più vincoli tra i distinti,tutte le parole che circolano sono uguali. Poi possono essere necessarie,ineludibili,tutti siamo costretti a usarle. Ma questo non significa che hanno a che fare con un vincolo di amicizia. … Sono tre anni che combatto contro i falsi profili su Twitter e su  Facebook ….”

 

-dal piccolo breviario provocatorio di Orlando Limone-“Amiciziare”- Gnasso editore 2018

(72) A proposito dell’amicizia-Parlar chiaro,si dice,è da amici. Dunque,nessuno si offenda e,se si tende a essere permalosi,si salti questa lettura facendo finta di non averla vista. L’etologia ci insegna che il cane non cerca  nell’uomo un amico,ma un capo. Il cane è da sempre un animale che è vissuto in branco e quindi riconosce nell’uomo un capobranco. Accade infatti che molte persone sole tengono premurosamente un cane e lo trattano come fosse un umano. Niente da dire sulla gentilezza d’animo di queste persone. Anzi! Ben vengano cittadini che sanno trattare gli animali non animalescamente. 

Il problema nasce quando ci si accorge che questo tipo di società che ci stiamo costruendo addosso crea persone sole e sazie,ma infelici o comunque fortemente inquiete. Se la risposta a queste solitudini è allevare un cane ,stiamo rispondendo a una patologia con un’altra patologia. Stiamo cercando non rapporti simmetrici ma decisamente asimmetrici:cerchiamo schiavi per il nostro mondo,servi “sciocchi” per i nostri capricci. Per favore non ditelo ai cani,ma,se cerchiamo la compagnia del cane come ultima spiaggia alla nostra incapacità di comunicare,stiamo utilizzando i cani come scendiletto delle nostre comodità. Non ditelo ai cani: se ne dispiacerebbero fino a morirne di delusione. Queste povere bestie singhiozzando penseranno: “Ma tu stai con me solo perché non sai che altro fare?!”-Però,se siete sull’orlo del suicidio- per carità-tenetevi pure il cane. E il cane sia con voi.

(73) …. E’ una follia immaginare di avere milioni di amici..Per i nostri “giorni contati” non possiamo avere altro che poche decine di amici contati,e se ben li contiamo,spesso si possono contare con due mani o una mano sola … La cerchia di amici deve avere sempre la porta socchiusa o comunque una porta con una maneggevole maniglia per poter entrare e uscire senza dover  dare troppe spiegazioni,specialmente quando si esce.

In queste ore si sta parlando di un prevedibile scandalo,oggi alla luce del sole,per il quale sono sotto accusa i dirigenti di Facebook per l’uso improprio dei dati dei profili di oltre ottanta milioni di persone. Ciò ci fa capire che “qualcuno” può entrare nella cerchia degli amici ….. E’ insopportabile sapere che un occhio vitro ci utilizzi come carta igienica per i suoi progetti indecifrabili. Noi viventi di questa epoca siamo chiamati,nostro malgrado,a coniugare i bisogno di amicizia con una tecnologia da “addomesticare” ossia da umanizzare.

(76) A proposito dell’amicizia- Coltivo una curiosità che certamente rimarrà tale. Diciamo che sto inviando un pensierino sull’amicizia tappato in una resistente bottiglia buttata nell’oceano dell’etere. Si fa per ridere, piangere,gridare,sorridere,autoironizzare. Vorrei chiedere  a tutti coloro che si sono dichiarati “sessantottini” una cosa abbastanza semplice … Il ’68 fu un bel fremito di vitalità per tutto il mondo. Moltissimi giovani sognarono di costruire da subito una società pacifica,rispettosa dei popoli e dei generi,allegra e democratica. Per complessi motivi questo è ancora un bel sogno da coltivare visto che nel mondo “persiste” la guerra e le nazioni più potenti della Terra hanno capi che “sembrano” dei  dittatori.

La mia semplice domanda è questa: se non abbiamo fatto la rivoluzione,abbiamo ALMENO creato intorno a noi relazioni amicali migliori di quelle dei nostri genitori?( In altri termini: se non sono riuscito a sconfiggere o a contrastare il vizio e la corruzione, sono riuscito almeno a … smettere di fumare? )”-

 

Dora- Mi sono decisa a scegliere il tema dell’amicizia per conversare tra noi liberamente sul nostro blog n.46,dapprima  provocata dal piccolo e penetrante  “ Amiciziare ” di un antico amico di Famiglia Aperta, (già fra noi noto come insegnante d’avanguardia nella scuola d’infanzia della provincia casertana),e poi,in particolare, dai dati del sondaggio IPSOS 2019.

Anche se questo argomento dell’amicizia appare molto accessibile, esige una prolungata riflessione,perché in realtà è ricco e complesso,  e riflettervi è possibile farlo ogni giorno,almeno fino alla scadenza dell’invio del proprio contributo ,fissata come sempre dopo 35/40 giorni. Suggerisco due semplici interrogativi per segnalare i due binari di riflessione: 1 Cosa possiamo intendere per amicizia,ancora oggi? 2 Quale amicizia sperimentiamo noi?

Le risposte pervenute sono molto significative. Lo capiremo meglio nel confronto delle analisi con l’aiuto di strumenti disciplinari diversi,che vi proporrò successivamente.

Ora è giusto porci in atteggiamento di ascolto e accoglienza profonda dell’interiorità espressa nella ricca conversazione.

Ancor oggi cosa intendiamo per amicizia ?

 

L’amicizia è un’opera d’arte

L’amicizia è una vera rarità,preziosa. Mi ha fatto molto riflettere il pensiero di Renzo Piano,sulla costruzione della casa comune,cioè l’Europa,paragonata alla costruzione di una casa,di un edificio,sovrapponendo mattone su mattone,limando dove necessario,per dare solidità e bellezza ad un’opera d’arte. Nel mio piccolo,mi sono cimentata nella realizzazione di vetrate artistiche per la mia casa,facendo prima il progetto grafico e poi  pazientemente tagliando migliaia di pezzi di vetro colorato,che combaciati alla perfezione,formano un bellissimo effetto cromatico e grazie alla luce il tutto diventa più brillante e luminoso e può completamente spegnersi se la luce viene meno. Perché questa descrizione?Perché per me l’Amicizia è come un’opera d’arte,richiede affinità di intenti,obiettivi e orizzonti condivisi,pazienza e tempo, molto tempo,è come crescere un neonato,lo curi,te ne innamori,fa parte di te!

Nella mia vita posso dire di sapere cos’è l’amicizia,quella vera,che sfida il tempo: amicizie che durano da quaranta,cinquanta anni,non sono per caso. Già in questo Blog,ci sono amici,con i quali condivido un progetto culturale e di vita, da quando nel lontano 76,coll’adesione all’associazione culturale Famiglia Aperta credemmo nell’educazione permanente e ci mettemmo in cammino,formando una squadra appunto,che ancora oggi si confronta,comunica i propri pensieri,la voglia di crescere insieme. Tutto ciò è possibile solo se  nutriti  da una vera amicizia.

E’ vero che gli amici,come dice Orlando Limone,che conosco da diversi decenni,non possono essere ,che pochi. penso invece,che se un amico desidera avere un’uscita facile senza dover dare spiegazioni,forse quell’amicizia non è mai nata,non era autentica.Voglio concludere con una riflessione su alcune comunicazioni tecnologiche. Spesso mi capita di ricevere anche da vecchi amici ,dei video che parlano di amicizia con citazioni più o meno dotte,e alla fine viene richiesto l’invio dello stesso video a chi lo ha per primo inoltrato, per dimostrare di essere vero amico! La viva voce non si usa più per esprimere sentimenti,si diventa immagine che fa dimenticare quella vera ,l’umana. (R. S. Roma)

 

L’amicizia è un parlarsi nel tempo

L’amicizia non è un semplice parlarsi per strada o per telefono o per Internet ( dove spesso,sui social non sai davvero bene con chi stai parlando..) una volta o due, ma nel tempo. Chiamo “amica” la mia vicina di casa che con me è sempre disponibile,quando ho bisogno. E io con lei contraccambio .Ma non parlo di me e  solo da qualche tempo sto scoprendo a poco a poco che si potrebbe essere amici senza attendersi contraccambio....

Durante tutta la mia vita ho trovato solo quella che credo sia una  una vera amicizia,presente nel bene e nel male. Le altre sono tutte semplici conoscenze,pur essendo poco numerose e sempre positive. La mia grande amica non è più tanto giovane e vive in montagna. Da anni ci sentiamo a lungo,spesso confrontandoci su tutti i problemi della nostra vita. Parliamo sempre con molta libertà e umanità.

Pur essendo lontana ,con lei ci parliamo molto spesso ,per qualsiasi situazione. Quando un anno fa morì mio padre lei avrebbe voluto venirmi vicina per condividere le mie emozioni e preoccupazioni ,ma non poté venire perché proprio in quei giorni stava assistendo una sua vecchia zia moribonda. E in quei giorni il mio telefono squillò molto e la sua voce mi rasserenò molto.(L. G.  prov. di Pavia)

 

L’amicizia è relazione “faccia a faccia”

Oggi come ieri,e sicuramente come domani,l’amicizia- relazione intensa e ravvicinata,sta a indicare un rapporto che non è di normale relazione e nemmeno caricato di intensità amorosa,come l’amicizia sentimentale – ma ha  un elevato grado di intimità. L’amico è colui con il quale ci si confida,al quale si chiede consiglio,con il quale si condividono alcuni “amori”,dal gusto per l’arte alla passione per la musica,all’amore per la natura... Per questo con gli amici si sta bene e si intrattiene uno stretto rapporto (alle volte anche conflittuale,ma mai al punto di far ritenere definitivamente chiusa una relazione).Anche per questo l’amicizia è così largamente presente- non meno dell’amore -nella letteratura di tutti i tempi.

Nella post-modernità,che è ormai il “luogo” nel quale viviamo,l’amicizia,grazie ai diffusi e pervasivi mezzi di comunicazione,sembra essersi di molto allargata(sino a comprendere persone lontane con le quali talvolta non si è mai realizzato un incontro diretto); ma la vera amicizia non è frequente e diffusa,relativamente esclusiva,che non si può moltiplicare all’infinito. Avere tanti amici,come spesso si sente dire- vuol dire,probabilmente,non avere in realtà autentici amici...

L’amicizia va “coltivata”:ma la “coltivazione”-come del resto avviene in natura quando si seleziona il buon grado rispetto alle erbacce-implica inevitabilmente una scelta. Quando “tutti sono amici”,in realtà non si ha nessun amico...

-Chi vive ormai nella “terza età”,come chi scrive,annovera fra le sue più gravi malinconie la perdita di tanti amici:per lo spostamento della residenza,per il venir meno delle affinità,soprattutto,spesso, a causa della morte. D’altra parte nella stessa natura della vecchiaia è la riduzione degli spazi di relazione e dunque delle vere amicizie. Quelle che fortunatamente rimangono però,proprio perché più rare,sono anche le più preziose. Ed oggi,per fortuna,i moderni mezzi di comunicazione possono consentirle di tenerle in vita anche nella lontananza e nell’impossibilità di un contatto diretto.

E tuttavia i “nuovi media”,per quanto sofisticati,non possono sostituire quel rapporto diretto che è tipico della vera amicizia. I Trovatori teorizzavano  l’amore da lontano,ma ogni amore e ogni amicizia presuppone ed esige la vicinanza.  Nessun raffinato mezzo di comunicazione potrà mai sostituire appieno il rapporto diretto,”faccia a faccia”,che è la condizione necessaria di ogni autentica amicizia.(G. C. - Parma)

 

L’Amicizia, fatica e arricchimento

Approfitto del mio tempo di vacanza in Cadore per partecipare a questo confronto sull’amicizia,perché interessato da sempre a questo argomento,un po’ inquinato oggi anche dalla tecnologia,e del quale si parla o si scrive  solo per denigrarlo.

 La mia esperienza a proposito è  positiva,anche se -voglio dirlo subito- praticare l’amicizia, per un verso ti scomoda ma per l’altro ti compensa. Questo sentimento ti nasce spontaneo,come l’amore,ma esige disciplina e attenzione costanti,e ti riserva la misteriosa sorpresa della reciprocità.

Penso sia una scelta del cuore che attinge senza sforzo alle risorse della mente, ma non ha bisogno di utilizzare le energie fisiche per manifestarsi e durare. Si pone, credo, su di un altro piano: quello dello spirito,che è quello dell’interiorità che si trasforma in intimità totale se la persona è tua moglie o tuo marito. E’ allora che il Matrimonio per te diventa beatitudine e  rivelazione di Dio.

Sono un uomo anziano,molto impegnato nella vita professionale e anche molto appagato dalla sua vita familiare,che conosce le gioie dell’amicizia e continua a coltivarle,con rispetto e libertà,da oltre 50 anni. Con fatica talvolta, ma sempre con arricchimento. ( F.P. dalla prov. di Belluno) 

 

Io non so cosa sia

Vi dico la mia esperienza e spero in un chiarimento quando vi leggerò. Ho molti amici  ai quali mi legano molti interessi,ma non so cosa sia la vera amicizia. Un legame forte e reciproco io non lo sento con nessuno. Forse perché sono  troppo diffidente e individualista? Forse perché ho paura di essere delusa? Nei rapporti resto in superficie.”Ognuno a casa sua””Ognuno per sé ” : dicevano i miei nonni. Oggi però sono sola,anche se ho molti amici, e non sono felice. (A. S. prov. di Torino)

 

Valore portante della vita

L'amicizia è un sentimento, un modo di sentire, e come tale si connota con l'esperienza sociale ed educativa che ogni singolo ha vissuto, ne consegue che non può esservi una definizione standard, ma va riconosciuta e definita all'interno di un contesto nel quale situarla, coltivarla, riconoscerla come valore portante capace di dare risposta ai perché stiamo vivendo questa vita.

Nella mia esperienza, a causa dell'educazione ricevuta, ho escluso dal rapporto di amicizia il mondo femminile perché  vivevo il timore di confonderlo con la sessualità ed impelagarmi in tutta una serie di approcci peccaminosi da cui mi si chiedeva di restare lontano. Chissà, se mi fossi aperto al femminile, qualcosa in me sarebbe stato diverso.

L'amicizia è stato oggetto di testi letterari che i programmi scolastici hanno proposto con sistematicità. Da Eurialo e Niso a Tarcisio e Pancrazio passando per Cloridano e Medoro per giungere al libro Cuore e ai Ragazzi della via Pal, testi che hanno cantato l'amicizia come valore portante dei rapporti umani.

Chi, come me, ha vissuto l'infanzia nell'immediato dopoguerra ha colto nel vivere sociale il bisogno di poter contare su degli amici. La II° guerra mondiale ha fatto toccare con mano quanto sia disastroso costruirsi un nemico. Sono cresciuto in un ambiente di  piccola borghesia, ispirato ai valori cristiani e l'amico era un punto fermo: “Chi trova un amico, trova un tesoro”.

L'ideologia giocava un suo ruolo. Per me il valore era l'amico, per altri era il compagno, per altri ancora il camerata. Connotazioni diverse. Il valore pregnante dell'amicizia era la lealtà, la capacità di rinunciare a qualcosa di mio per far piacere ad un amico.

Vennero poi gli anni sessanta con la rivoluzione nei rapporti interpersonali. Voglio ricordare quel tempo ripercorrendo i versi di alcune canzoni:

Gipo  Farassino - “Avere un amico vuol dire  trovarsi la sera in un certo caffè,

                              Ricordare una strada, una casa sparita e una goccia di vita che ritorna da te:”

Canto di gruppo - “L'amico è, una persona schietta come te, ti spinge a correre, ti lascia vincere

                               perché un amico, punto e basta, é”

Herbert Pagani    - “L'amicizia è più forte dei legami famigliari ed è meno complicata dell'amore.

Nell'amicizia gli anziani rivivono la giovinezza ed i giovani ne hanno fatto una                   legge.”

              - “Nasce per un pugno dato per antipatia, nasce al capezzale di una lunga malattia,

  nasce al bar o sotto il fuoco dell'artiglieria-Ti darà coraggio quando il corpo non   ce l'ha ed una famiglia che il tuo sangue non    ti dà:”

Queste canzoni, cantate in gruppo, stringendoci l'un l'altro, mi hanno portato a pensare che l'amicizia è un valore assoluto, ma non esclusivo.

Ho sperimentato l'amicizia giovanile che sto riscoprendo ora, anziano, tornando a frequentare gli amici di un tempo. Più cauta ed equilibrata l'amicizia che si è formata nell'ambiente di lavoro dove  la condivisione dell'impegno condotta in tandem è capace di risultati imprevedibili.

 

Particolare poi l'amicizia che nasce nell'età adulta con persone con le quali condividi valori ideali, sociali, politici. Ti sembra possibile cambiare il mondo. E' un'amicizia difficile da stabilire ma se non la si crea gli ideali vanno in frantumi.

L'amicizia è rispetto, fiducia, stima: tutto insieme per tendere ad un ideale capace di dare senso alla vita- (F. F. -Alba)

                                                                                                                     

 Un sentimento profondo

Sentii, un giorno, pronunciare queste parole che non ho più dimenticato: “Quando incontri una persona non chiederti: cosa potrò fare per lei, cosa potrà fare per me, ma come potremo diventare amiche per sempre”

Persone, negli anni, ne ho incontrate tante, quindi sento di poter dire che ho molti amici con i quali ho condiviso momenti importanti della vita: sui banchi di scuola, nelle fila dell'Azione Cattolica, nei gruppi di Famiglia Aperta, nel volontariato del Consultorio familiare, nella Casa di accoglienza, nel Centro di ascolto Caritas, nei gruppi di auto-aiuto

I vari gruppi a cui ho partecipato sono stati veramente fonte di ricchezza per costruire amicizia. Sento che a molte persone sono legata non solo da una conoscenza superficiale, da simpatia, dall'aver collaborato ad un obiettivo comune ma percepisco che si è stabilito tra noi un sentimento profondo che definisco: “un modo per incontrare l'altro”. Poi mi guardo dentro, più a fondo e scopro di aver conosciuto negli anni alcune persone (si possono contare sulle dita delle mani) che mi hanno dato il sapore buono della vita, che mi hanno fatto da specchio, che mi hanno sorretta in momenti difficili; le penso e le cerco perché tra noi c'è grande fiducia, disponibilità, desiderio di condivisione e affetto.

Spesso mi chiedo: é possibile avere tanti amici?Sento di rispondere di sì, la condizione indispensabile é che ci sia un Bene al di sopra di noi a cui tendere, insieme.

nfine vorrei dire che l'amicizia più intensa l'ho costruita con mio marito, sempre in crescendo. Dopo molti anni di vita insieme, scopro quanto sia importante che questo sentimento vada coltivato nella coppia perché l'amore raggiunga la sua completezza.(A . F. - Alba)

 

Ancora oggi amicizia

 

L’amicizia, parte integrante dell’esperienza umana

E’ conquista realizzata nell’ambito dell’evoluzione individuale e sociale; una conquista che solo nell’età adulta raggiunge il suo pieno successo e che,come tale,non è molto diffusa né molto  facilmente realizzabile. Considerata,infatti, come parte integrante dell’esperienza umana e non come accessorio non necessario, essa s’inserisce nel processo evolutivo individuale e sociale,mantenendone tutte le caratteristiche,sia nelle difficoltà (costituite dalle nevrosi o dalla psicosi) sia nella felice espansione della personalità normale.

Di qui il suo carattere ambiguo nei momenti in cui l’orientamento della personalità nelle relazioni interpersonali è ambiguo e la sua solare chiarezza quando sono state fugate le ombre dell’inconscio infantile,le sue conflittualità,le sue istanze egocentriche.

 Di qui il suo carattere complesso,pur nella maturità dell’esperienza adulta,perché rispecchia la complessità delle relazioni adattive all’ambiente,caratteristiche della natura umana.

Di qui il suo carattere versatile, perché rispecchia le modalità creative delle singole personalità che entrano in relazione,le quali conservano sempre un certo carattere di unicità pur nell’inserimento uniformante nell’ambiente nel quale si sviluppa.....

Con l’amicizia l’individuo riesce a mantenere la stima di sé,la percezione della propria identità,la speranza di una comprensione interumana,il sentimento di parità e di dignità,la fiducia nella ripresa ,che sono le grandi forze grazie alle quali l’individuo e il gruppo riescono a far fronte alla violenza degli avvenimenti che in certi momenti minacciano di sopraffarlo.

Il tutto,nella concretezza dei rapporti e degli incontri,senza mitizzazione e senza delusione:relazioni “faccia a faccia”,colloqui,collaborazione,percezione diretta della presenza di un altro o di molti altri,responsabilità di influenzamento reciproco,affetto che ricomincia da capo quando sembra che intervengano forze dissociative esterne  e interne,presenza silenziosa quando la parola non è sufficiente ad esprimere la partecipazione emotiva....

 

 Inserita nel contesto della vita,l’amicizia contribuisce a renderla più dinamica,più aperta ai valori non commerciabili,alla speranza di non essere soli quando il tempo fa il deserto nelle relazioni familiari o professionali,quando la civiltà progredisce troppo velocemente e la persona “anziana”del suo ritmo.( da, “Amicizia integrazione dell’esperienza umana” della psicoterapeuta di orientamento freudiano Anna Riva pgg.297/8 - ed. Ancora)

 

Sentimento intelligente e vero scambio

Bellissimo sentimento,di solito ben calibrato,lo definirei un sentimento intelligente,ma purtroppo se ne parla poco. La narrativa,quella letteraria e quella cinematografica sono spesso rapite dagli estremi emotivi dell’amore tra donna e uomo,dalla sua parte calda,dai suoi elementi più bollenti e incontrollati. E,naturalmente anche dai suoi numerosi lati oscuri.

Ma l’amore è diverso dall’amicizia,l’amore ha il cuore come proprio centro di gravità. Ed è fatto di eccessi, “di sbalzi”,...di intermittenze...L’amicizia ha meno sussulti,è una forma di rapporto che sa nutrirsi anche della ragione... E’ un sentimento che ha la capacità di restare intenso,profondo,saldo. Conosco  bene l’amicizia,l’ho  vissuta .coltivata, alimentata , e oggi continuo a sentirla dentro....

Certo,ieri più che oggi l’insegnamento più forte ed autentico giungeva dai coetanei... rappresentava un vero e proprio scambio,nel quale ogni volta,grazie al tuo coetaneo,stavi imparando e stavi insegnando,simultaneamente. Era un baratto inconsapevole di informazioni e di esperienze...Era ed è la vita che ti penetra dentro senza che tu te ne accorga...(Raffaele La Capria, scrittore,Il corriere della sera 23 aprile 2019)-

 

 In tempi di solitudine globale

Se è il World Economic Forum nel suo Global Risk Report 2019 a inserire la questione della “sostenibilità umana” tra i principali rischi a cui sono esposte le società contemporanee,c’è davvero da riflettere e preoccuparsi.

I sintomi della crescente “fatica di vivere” sono ormai numerosi e provengono da fonti molto diverse a carattere internazionale. L’indice elaborato dal Pew  Research Institute sulla natura positiva o negativa delle esperienze quotidiane segna un peggioramento costante negli ultimi anni. Nel 2017,  4 intervistati su 10 ammettono di vivere con molte preoccupazioni e stress; 3 su 10 di dover fare i conti col dolore fisico associato a malattie di vario tipo; 2 su 10 di provare rabbia...

Più in generale le persone con problemi di salute mentale a livello mondiale hanno ormai superato il numero record di 700 milioni.

 

Altre ricerche danno l’idea di quanto diffuso sia il senso di solitudine nei Paesi avanzati. I dati empirici dicono ,ad es,che nel Regno Unito il 22% della popolazione dichiara di soffrirne. Un dato che ha fatto così scalpore da spingere il governo di Theresa May a creare un viceministro con delega a questo problema.

D’altra parte,la solitudine altro non è che il riflesso delle profonde trasformazioni strutturali del nostro modo di vita:tra gli europei la percentuale di famiglie costituite da una sola persona è raddoppiata negli ultimi 50 anni. Con problemi particolarmente acuti nelle grandi città: a Milano siamo al 40% degli abitanti, a Parigi al 50%, a Stoccolma addirittura al 60%....

 

Il clima sociale delle nostre società è cambiato. Come mostrano i dati di una ricerca di taglio psicologico,il livello di empatia (cioè la “capacità di mettersi nei panni dell’altro”) è sceso del 48% tra il 1979 e il 2009...

Il calo dell’empatia viene attribuito a 3 fattori:1- l’aumento del materialismo e del consumismo che ci abitua ad avere relazioni strumentali disabituandoci alla ricca e difficile complessità della relazione umana; 2-la fragilizzazione della famiglia che non è più palestra primaria dove s’impara (non senza ambiguità e contraddizioni) a stare con gli altri,ma nodo problematico dove si rafforza l’insicurezza esistenziale e dove esplode la violenza;3- e quella che viene chiamata “eco-camera digitale”,cioè la tendenza dei social network a costruire comunità omogenee e chiuse,con la conseguenza di aumentare l’intolleranza verso chi è o la pensa in modo diverso....

 

Ci troviamo di fronte a un mutamento di struttura della nostra vita sociale..L’ipotesi è che tutto ciò produca società molto fragili,esposte al rischio di rapide monopolizzazioni del potere da parte di pochi. Come è già accaduto in campo economico e tecnologico e  come potrebbe accadere sul piano politico. Inoltre ,una società di soli e arrabbiati è un serbatoio di violenza latente che può scaricarsi contro qualcuno. E’ questo,secondo il World Economic Forum,il rischio da non sottovalutare e che va combattuto mettendo al centro della nostra agenda la ricostituzione delle reti sociali dei corpi intermedi......(Mauro Magatti sociologo della globalizzazione,Il Corriere della sera del 30 /4/2019)

 “ Ci preoccupiamo di avere amici?  Non è meglio concentrarsi sull’essere veri amici?"

  ( dal sito dell’Istituto Informatico S. Freud di Milano)

 

Essere amici

 

Dora- L’immagine  che è appena scivolata con la sua didascalia sotto i nostri occhi, mi era apparsa all’improvviso nei giorni scorsi in uno dei miei viaggi in rete. E mi è piaciuto portarla nel nostro circuito perché sembra proprio il contributo preciso alla ricerca sottesa alla nostra conversazione n.46. Lo esprimo sinteticamente. Nei social media il termine “amico” è spesso usato per descrivere i contatti ,piuttosto che  i rapporti. Ma son cose diverse: altro è mandare messaggi agli amici,altro  è avere un rapporto interpersonale di amicizia.

 Mi ha molto sorpresa e turbata scoprire dalle cifre (oltre che dai fatti della realtà quotidiana ), qual’é il grado attuale di non sostenibilità della vita umana nel mondo .Urge ripensare che è l’individualismo a produrre la “globalizzazione dell’indifferenza”.

 

 Papa Francesco,nel suo messaggio per la Giornata 2019 del rifugiato e del migrante, dal titolo “Non si tratta solo di migranti”,ci fa notare che “prendersi cura degli altri,in particolare dei più deboli,fa anche crescere in umanità tutti noi.” Ci resta di capire quello che possiamo fare in concreto, nelle piccole cose,forse semplicemente col saluto e col sorriso,a quanti incontriamo o vogliamo incontrare ogni giorno. A essere amici s’impara a farsi amici.

 

“Non si tratta solo di migranti”:interessandoci di loro ci interessiamo anche di noi,di tutti prendendoci cura di loro ci interessiamo anche di noi,di tutti; prendendoci cura di loro cresciamo tutti; ascoltando loro diamo voce anche a quella parte di noi che forse teniamo nascosta,perché oggi non è ben vista... la paura non può e non deve condizionare il nostro modo di pensare e di agire al punto di renderci intolleranti,chiusi,-forse anche senza accorgersene- razzisti. E così la paura ci priva del desiderio e della capacità d’incontrare l’altro,la persona diversa da me,privandoci così di un’occasione d’incontro col Signore...Aprirsi agli altri non impoverisce ,ma arricchisce,perché aiuta a essere più umani; a riconoscersi parte attiva di un insieme più grande e a interpretare la vita come un dono per gli altri; a vedere come traguardo non i propri interessi, ma il bene dell’umanità.” (Papa Francesco)

Vivere il meglio possibile”: Il bene diviene attributo dell’essere,della persona,costituita dal corpo,dalla mente,dalla dimensione relazionale,e,nella sua più vasta estensione,sociale. Da qui deriva l’ovvia conseguenza che il mio benessere diventa anche dall’altro e dal suo benessere,che si riflette su di me così come il mio si riflette su di lui... Se esiste equilibrio anche in presenza di malattia,ci può essere benessere. Sono molti i piccoli gesti quotidiani che possiamo compiere per migliorare la qualità della nostra vita:il saluto quotidiano per es ....Il saluto è una liturgia,e il rispetto che esprime si manifesta proprio nel mostrare il desiderio che la persona incontrata sia in salute.”( da “La nuova disciplina del benessere-Vivere il meglio possibile”di Vittorino Andreoli - ed. Marsilio,2016 )

 

Dora- La nostra conversazione si chiude qui:sull’impegno a essere amici,che si traduce nel dinamismo della  costante volontà di aprirci per accogliere e amare chi incontriamo o ci avvicina. Con la sorpresa,talvolta neppure sognata,d’una felice reciprocità.

 

Dinamismo che si fa tessuto di autentica comunità. Giacché l’amicizia è “ avere lo stesso obiettivo-scrive Sergio Rubini,attore,regista,sceneggiatore -è progettare insieme, è renderci più forti,meno pavidi.” “Con le buone relazioni di amicizia civile-ci conferma mons. Delpini, arcivescovo di Milano - generiamo la vita negli altri e nella città”.

 

“Giovani con le radici "A volte ho visto alberi giovani,belli,che alzavano i loro rami verso il cielo tendendo sempre più in alto,e sembravano un canto di speranza. Dopo una tempesta li ho trovati caduti,senza vita. Avevano disteso i loro rami senza mettere radici profonde nel terreno,e così hanno ceduto agli assalti della natura. E’ impossibile che uno cresca se non ha radici forti che aiutino a stare bene in piedi e attaccato alla terra. E’ facile volar via quando non si sa dove attaccarsi,dove fissarsi....

 

Gli amici fedeli,che sono al nostro fianco nei momenti difficili,sono un riflesso dell’affetto del Signore,della sua consolazione e della sua presenza amorevole... Essi ci insegnano ad aprirci,a capire,a prenderci cura degli altri,a uscire dalla nostra comodità e dall’isolamento,a condividere la vita....L’amicizia è così importante che Gesù stesso si presenta come amico:”Non vi chiamo più servi,ma amici-Gv.15,15) ( Papa Francesco-Christus vivit)

 

 

 

DIALOGO APERTO

A . L. V. - prov.di  Pavia – “Cara Dora,talvolta con mio marito, scorriamo il tuo blog,soffermandoci su tanti argomenti interessanti ,che non riusciamo a trovare in giro così ben sintetizzati. I nostri figli si sono diplomati da qualche anno ma stentano a trovare un lavoro che piaccia e che sappiano fare,che dia un introito sufficiente a metter su famiglia. La cosa che ci stupisce di più è che quando si presentano nelle varie agenzie,la prima cosa che gli chiedono è: sai lavorare in gruppo? E dire che noi abbiamo cercato sempre di abituarli a cavarsela da soli,a essere responsabili di quello che fanno e a non mollare nelle difficoltà senza appoggiarsi.... Che ne pensi tu?”.

Dora- Cari genitori, il lavoro di gruppo non toglie valore alle qualità di comportamento alle quali avete educato i vostri figli,anzi. Questa modalità di lavoro è richiesta dalla complessità di competenze indispensabili a risolvere i problemi del lavoro di oggi . Consiste soprattutto nella capacità di relazionare con gli altri, sempre diversi da noi, da guardare con stima e fiducia,e che sono necessari ad avere insieme i migliori risultati dall’ attività comune. All’inizio ci potrà essere qualche difficoltà,ma se si sa sempre ricominciare con umiltà e tenacia s’imparerà a costruire insieme con gioia. Oggi però i giovani,nella scuola o nelle associazioni fanno già un buon allenamento,sono spesso  i cosiddetti adulti a dare spettacolo contrario...

 

 

M.S. - prov. di Milano – Cara Dora,ho visitato il suo sito e mi sono soffermata con soddisfazione su quelli che hanno trattato i temi degli smartphone a scuola e dell’attività  straordinaria di Greta.Come mamma e come insegnante sono stata felice di leggere pure la lettera circolare che il Preside di una Scuola Media di una cittadina non lontana dalla mia ha indirizzato –tramite Internet -agli alunni della sua scuola. Ma chiaramente pensando agli insegnanti e ai genitori insieme.

Oggetto:i compiti per le vacanze,ma nessun cenno a esercizi e a letture nei 7 punti in cui si articola. Inizia con un “Riposatevi e divertitevi”,ma prosegue  con “Coltivate amicizie”,”Se potete,viaggiate,””Poiché potete ascoltare,guardare e leggere,fatelo e parlatene coi vostri amici”,”Tenete un diario e scrivete agli amici,preferibilmente lettere o e-mail”,”Pulite un tratto di strada o di prato o di bosco-Cominciate dalla vostra stanza”,”Dimenticate spesso il cellulare in qualche posto. Magari una sola volta nel secchiello del ghiaccio”...  Io penso che lei sia sulla stessa linea pedagogica: servono esperienze nuove di cultura,socialità,impegno che non si possono maturare solo a scuola.”

 

Dora-  Gentile M., grazie della sua mail. In realtà sono molto in sintonia con quel preside lungimirante. Naturalmente a patto che nei primi giorni dell’anno si sappia organizzare e sostenere con attenzione almeno un mese di ripassi,impegnando gli insegnanti a fare un recupero particolare agli alunni più deprivati,magari facendo lavorare gli stessi alunni in gruppo.

 

A.I.R. Genova  - Cara Dora,con nel cuore la commozione della preghiera che ha accompagnato  la via Crucis di quest’anno al Colosseo t’invio gli auguri per la S. Pasqua .... Mentre si susseguivano sul video le immagini dell’incendio di Notre Dame ho ripensato  al racconto-poesia Il rospo di Victor Hugo.Quelle fiamme hanno sconvolto molti animi. Il simbolo della Cattedrale ha fatto scrivere a qualcuno che “sono lo spirito e la memoria storica della cristianità che bruciano”..?!? Ho provato un grande disagio e dolore. Mi sono chiesta:qual è il simbolo dell’uomo? Perché tanta partecipazione e tanta generosità non la vedo per i barconi che a centinaia rovesciano in mare il loro carico di uomini,o per coloro che migrano per le strade delle nostre città o per chi è privato della sua dignità nei lager e nelle carceri. Più invecchio e meno risposte mi so dare.”

 

Dora-  Carissima,con ritardo ,ma con viva comprensione, cerco di rispondere alle tue perplessità. Mi pare di capire che,ridotta all’osso , la tua domanda di fondo è la seguente: come mai smuove e commuove più un simbolo che un essere umano? Sempre nello stile del nostro blog di dare stimoli a riflettere piuttosto che giudizi impulsivi,mi sembra necessario capire innanzitutto il significato che hanno per noi le cattedrali.

 L’italianista Fabio Finotti così ha scritto su Avvenire del 20 aprile u.s.:”Guardiamo ai loro tetti, spesso costruiti come carene di navi. Il vero modello che le  ispira è l’Arca di Noè: come grandi navi che solcano non il mare ma il cielo,il compito di questi vascelli di legno e pietra e marmo è salvarci,portarci oltre il diluvio che ci attende al termine della nostra vita. Sono il simbolo che il nostro viaggio non finisce qui. Non solo. La straordinaria potenza che le cattedrali hanno sul nostro immaginario si lega agli spazi. Sono grandi come piazze,articolate e misteriose come città. Ognuna è una metropoli,come Victor Hugo sapeva benissimo.

Con la loro dimensione ci dicono che non ci salveremo da soli,perché nella Chiesa siamo collegati gli uni agli altri,e muoviamo verso una medesima Terra Promessa. Agostino la definiva Città di Dio,ed è appunto l’orizzonte verso il quale le Cattedrali ci portano tutti assieme. Come tutti assieme,uomini e animali,gli esseri viventi salivano sull’Arca. C’è dunque un simbolismo potente nel fatto che si sia incendiato il tetto di Notre Dame,ovvero la carena della nave:in quello squarcio si insinua il dubbio della fragilità della nostra fede.

 Se anche l’Arca di Noè va a fuoco,cosa ci rimane? Chi ci  porterà in salvo?....Nella Bibbia il fuoco è manifestazione di Dio,che a Mosè si rivela proprio all’interno di un roveto ardente...Come la Fenice, Notre Dame risorgerà dalle sue ceneri, e sarà di nuovo una chiesa,non solo un crocevia di macchine fotografiche,guide e zainetti. Perché i roveti ardenti della fede portano in loro un fuoco che li rinnova,nel momento stesso in cui sembra distruggerli.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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