STOP parliamone - Il blog di Dora Ciotta


28- Clima: l'appello delle donne[altre sezioni]

n.28 – Clima,l’appello delle donne

Dall’intervista  ad Anna Maria Corazza Bildt  col titolo:”Servono alleanze femminili”-(Corriere della sera,26/6/2017)-

 

Il Forum ha l’obiettivo di unire le forze per avanzare su tematiche come sostenibilità,cambiamento climatico,inclusione ed integrazione. Ne parliamo con A.M. Corazza Bildt,parlamentare europea, presidente della Commissione per il mercato interno e membro del Comitato per le libertà civili, eletta in Svezia

E’ importante mettere in valore il ruolo delle donne nel rilancio dell’Europa.Non ci sono solo “founding fathers”-afferma- Per i temi al centro del Forum serve una forte leadership europea,a a maggior ragione se c’è chi decide di rimettere in discussione gli impegni. La responsabilità verso i nostri figli è irrinunciabile;non dimentichiamo che all’ambiente è legata una parte consistente delle migrazioni. Il Parlamento UE è in prima linea per sostenere gli accordi di Parigi.Personalmente sono impegnata contro gli sprechi alimentari. Con milioni di persone in Africa che soffrono la fame i nostri sprechi sono inaccettabili.”

 

-Ma il rilancio dell’Europa passa per i processi che sconfiggano sentimenti populisti,non un’esclusiva maschile. La principale minaccia sull’Europa è arrivata dal Front National di Marine Le Pen e la più grave scissione da Theresa May …

“Sono minacce reali,ma direi che la travolgente vittoria di Emmanuel Macron che dell’Europa ha fatto una bandiera, e la perdita evidente di consensi della premier britannica dimostrano che il rilancio dell’Europa può essere una carta vincente e polarizzare consensi. Come  leader abbiamo tutti la responsabilità di non cedere ai populismi. Sotto questo profilo,una donna che sta facendo molto è Angela Merkel ,la leader attuale del mondo libero. E’ importante che le donne siano viste come motore dell’economia e attori vivaci.”

 

- Quale può essere il contributo concreto del Women’s Forum per il rilancio degli accordi di Parigi?

“Vogliamo far sentire il nostro impegno e raccogliere migliaia di firme,coinvolgendo leader e personalità a cominciare dal presidente Macron . A Roma 60 anni fa furono firmati i trattati europei ed è da qui che noi donne vogliamo lanciare una mobilitazione che non riguarda solo i trattati sul clima,ma i valori,gli ideali e il modello di sviluppo e di società che vogliamo lasciare ai nostri figli. A fronte dei nuovi muri,come donne e come europee dobbiamo costruire ponti,coinvolgendo altre donne a cominciare sa quelle del Mediterraneo,vicine anche per motivazioni geografiche e culturali.”

 

-In tema di pace e di sicurezza i “decision maker” sono in maggioranza gli uomini. Le donne in maggioranza le vittime. Che cosa le suggerisce la sua esperienza sugli scenari di guerra?

“Se avessimo avuto una politica estera e di sicurezza comune nelle guerre nei Balcani molte vite si sarebbero salvate. Il  mio impegno per una Europa unita e forte nasce sulle ceneri dell’assedio di Sarajevo con ancora negli occhi il terrore dei bambini e la paura delle donne violentate. Il passo storico verso sicurezza e difesa comune europea è nelle mani di molte donne leader.”

 

DORA- Sappiamo che gli Stati Uniti hanno deciso di ritirarsi dagli accordi di Parigi sul clima: errore storico ma forse reversibile. Intanto gli allarmi sugli effetti della situazione attuale:siccità,ondate di calore,inondazioni,sono quasi quotidiani e investono aree sempre più ampie del pianeta:servono alleanze femminili,di persone che in genere sono riconosciute più concrete degli uomini .

Si è appena svolto a Roma (26 e 27 giugno u.s.),l’HOMEN’S FORUM che ha visto,proprio su questa necessità, la partecipazione di oltre 200 opinion leader di politica,economia,cultura, scienze e media,provenienti dall’ Europa e dai Paesi del Mediterraneo. Al centro del programma l’impegno  a mobilitare in particolare le donne,al rispetto  e al sostegno degli accordi di Parigi sul clima,al rilancio dell’Europa,e alla pace e alla sicurezza relative.

Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2017/06/clima-womens-forum-a-roma-mobilitazione-delle-donne-a-sostegno-degli accordi/912440/#Ly1xqR7oFhBqf3wj.99

 

Può essere utile anche a noi,per confrontarci su questi problemi fondamentali,provare a rispondere ad alcuni interrogativi pratici: 1)- Siamo consapevoli che il problema climatico tocca ogni singolo aspetto della nostra vita? 2) -Quali politiche sociali possiamo auspicare a favore del clima? 3)- Abbiamo esperienze positive da segnalare?

 

 

1-Il cambiamento del clima problema  di sopravvivenza

Annamaria- Alba- Il caldo torrido di questa estate, le cui conseguenze sono ben visibili anche sulle nostre meravigliose colline, ha confermato in molti quella che prima poteva essere solamente una vaga sensazione: il cambiamento del clima è un problema reale, non un'ipotesi futura.

Anche se sono anziana, l'idea mi spaventa un po', perché ho l'impressione che gli interventi personali che posso fare per contribuire a una situazione migliore (raccolta differenziata, risparmio idrico ed energetico, massima attenzione ecologica per l'ambiente.....) sembrano gocce davanti al mare di “necessità di cambiamento” indispensabili per migliorare la situazione.Il gran caldo di questi mesi ha fatto sì che le piazze e le strade della mia città fossero spesso deserte, gli incontri tra le persone più rari ed affrettati e le persiane delle finestre sempre abbassate fino a notte inoltrata. Tutto ciò mi ha dato un senso di isolamento e di chiusura.

Mi sono ritornate però alla mente le estati attese e desiderate della mia fanciullezza, con i giochi sulla piazza dove risuonavano voci e risa di bambini fino a tarda sera, le panchine e le sedie all'ombra degli alberi con i nonni in vivace conversazione, mia madre che mi preparava la “ghiacciata” con la menta, il gelataio ambulante che ogni tanto faceva la sua comparsa sulla piazzetta....e “la merenda nella valle”, la prima domenica di agosto, in cui tutte le famiglie del paese si ritrovavano per una “merenda sinoira” sul prato verdeggiante.

Il caldo accompagnava tutti questi momenti, ma era un caldo amico, ora ci fa paura.

Non uccidete il mare,                                  
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento,( il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l'uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro.

L'amore
finisce dove finisce l'erba
e l'acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l'aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l'uomo, la terra». (Giorgio Caproni)

 

Gianfranco - Martina Franca (Ta)- La consapevolezza umana va crescendo ovunque, ma con un ritmo che non tiene il passo con la velocità del degrado ambientale.

I cambiamenti climatici influiscono pesantemente sulla disponibilità di risorse naturali vitali come l’acqua; attentano alla bio-diversità; riducono la possibilità di sviluppo socio-economico; hanno ricadute sulla salute e sull’equilibrio psico–fisico; provocano dissesti idro–geologici; accelerano i processi migratori.

 

Annaryma –Genova - Sono convinta che una larga maggioranza non è consapevole, o meglio non inserisce il problema climatico  in una dimensione futura che esige la nostra responsabilità. Sono del parere che in questo nostro mondo, per molti aspetti assai volgare, manchi la capacità di pensare. Siamo presi dalle emozioni del momento, dai personaggi che le trasmettono, da altri fattori, ma manca il saper fermarsi a pensare, ad ascoltare, a confrontarsi, in altre parole manca l’organizzazione dell’attività intellettuale.

Mi ha colpito un articolo di Marco Revelli su “il Manifesto” dell’8 agosto 2017 che cita uno scritto di George Steiner del ’66: “Noi veniamo dopo. Adesso sappiamo che un uomo può leggere Goethe o Rilke la sera ,oppure suonare Bach e Schubert,e il mattino dopo recarsi al lavoro ad Auschwitz”.. Venendo dopo ,si può alla scrivania firmare la condanna a morte senza fare una piega”. Quel “dopo” è importante: si distruggono le foreste, si costruiscono edifici, si desertificano terreni, ecc. e dopo c’è la normalità dell’azione che impedisce il rapporto con la propria coscienza.

Il problema climatico, in parole povere la possibilità reale che possiamo dissolvere la vita sul nostro pianeta, si inserisce nelle condizioni generali che da tempo regolano l’esistenza umana, vegetale, animale, minerale.

 Il sistema climatico tocca davvero  ogni aspetto della nostra vita, come lo tocca il problema economico, il problema dei “valori, degli ideali, dei modelli di sviluppo e di società che vogliamo lasciare ai nostri figli”, come risponde Anna Maria Corazza Bildt nell’intervista citata. E’ importante "mettere in valore il ruolo delle donne nel rilancio dell’Europa”.

È vero che le donne possono fare molto, ma devono proporre alternative di concrete attuazioni sulle quali gli uomini di potere devono esprimersi. Allego una vignetta geniale che ho trovato nel n.23 della rivista dei fumetti e dell’umorismo,”Il mago” ,del febbraio 1974…

 

Il clima cambia e influenza i flussi migratori

Nei giorni del vertice internazionale G20  di Amburgo il direttore generale della FAO, Josè Graziano Da Silva citava dati che dimostrano,come,a partire dal 2008,i disastri legati al clima e alle condizioni metereologiche abbiano causato una media di 26 milioni di sfollati all’anno,

 cioè uno ogni secondo.

 Circa 108 milioni di persone nel 2016 hanno fatto i conti con una grave insicurezza alimentare,

in drammatico aumento rispetto agli 80 milioni stimati nel 2015: sono del resto l’agricoltura e l’allevamento del bestiame a sostenere  oltre l’80% di danni e di perdite causate dalla siccità …

 La via d’uscita da un futuro segnato da esodi e conflitti è quella indicata dalla FAO,cioè il ritorno a un’agricoltura davvero sostenibile e ,quanto più possibile,locale.

                                          ( G. Pascale ne La Stampa- 16 luglio 2017)

 

 

Dora-  Ho cercato d’informarmi un po’ meglio sul Forum delle donne di Roma,del quale l’on. Corazza è stata il Direttore generale, e mi è piaciuto scoprire che l’obiettivo era quello di unire le forze su sostenibilità,cambiamento climatico,inclusione e integrazione degli emigrati,per avviare processi  educativi che sconfiggano i sentimenti populisti. Non solo le leggi e i trattati dunque, ma innanzitutto la conoscenza delle cause dei flussi migratori,i valori e gli ideali da preservare e vivere,la riflessione sul modello di sviluppo e di società da costruire in Europa. Non solo la consapevolezza ma la corresponsabilità.

 

2-Urge il cambiamento del nostro stile di vita

Rosanna – Roma -Il clima tocca la vita  e morde la quotidianità. E’ giusto che le donne abbiano un ruolo di primo piano nelle scelte delle politiche a favore del clima,perché hanno la cura della vita quotidiana. Ci vogliono talenti che promuovano la solidarietà,competenze per progettare politiche in difesa della natura. Sono andata a rileggermi la conversazione n15 del nostro blog: ”Ripensare il nostro rapporto con la natura”.E’ da qui che bisogna ripartire,ripensare ai comportamenti individuali irresponsabili che hanno portato all’attuale clima irrespirabile. Noi che riteniamo inaccettabile fare a meno dell’auto,che la  usiamo paradossalmente anche per andare a fare sport,e riteniamo ogni limite come un’infelicità e ogni minima privazione volontaria come un affronto al nostro diritto di esistere …

 

La mia esperienza personale parte da un evento accadutomi nel 2000,dopo un grave incidente d’auto,ebbi salva la vita e distrutta la macchina. Dopo lunga riflessione,decisi che non avrei più ricomprato la macchina e con enormi fatiche ripresi a lavorare usando i mezzi pubblici,certo ho cambiato il mio punto di vista:dal chiuso dell’ abitacolo di una macchina che mi faceva vedere tutto alla velocità della guida,avevo ripreso a vedere cose e persone a ritmo più umano.

Non rimpiango la macchina ma farei una battaglia per il potenziamento dei mezzi pubblici. Migliorerebbe il clima,meno smog e più rispetto del bene comune. Ho fatto un piccolo esempio di scelta personale,consapevole di non avere le competenze e forza politica per affrontare un tema cosi complesso da sola. Voglio però fare cenno ad una intervista, pubblicata su la Repubblica del 12 agosto 2017 , all’architetto Massimiliano Fuksas,autore della famosa “Nuvola” a Roma.

Condivido molte delle sue idee di trasformazione di Roma per renderla più vivibile, e in particolare l’idea di aumentare il verde. La città ha bisogno di piccoli interventi,dice l’architetto,come piantare filari di alberi che mettono in giro più energia dei grandi progetti.

In linea col pensiero di Fuksas,nel mio quartiere Trastevere Porta Portese, il comitato di quartiere La voce di Porta Portese ha messo in atto un progetto,condiviso con la rete di associazioni ADOTTA UN ALBERO,RIPARTIAMO COL VERDE. Sono stati piantati nelle piazze decine di alberi a sostituzione di quelli ormai vecchi da abbattere. Dalle finestre della mia casa ne vedo diversi crescere lentamente: ognuno porta il nome a cui il donatore ha dedicato l’albero ,cosi si scopre leggendo le dediche,una corrispondenza di amorosi sensi anche con le persone e gli animali. Condivido infine con Fuksas l’idea di usare meno la macchina,Roma è bellissima vissuta a piedi.

 

Franco- Alba- Credo che la consapevolezza del problema del mutamento climatico sia diffusissima, ma è ancor più diffusa la coscienza dell'incapacità di porvi rimedio con interventi  individuali.Il disastro climatico è conseguenza di un modello economico basato sullo sviluppo continuo.

Se per incrementare il PIL (incremento necessario per assicurare la stabilità della moneta, la crescita della Borsa, un'alta qualifica delle valutazioni finanziarie.....) si deve produrre di più, sarà necessario consumare più energie, sottoponendo l'ambiente a pressioni innaturali che inevitabilmente si manifesteranno in disastri causati dal clima.

Ma quale forza politica ha il coraggio di mettere nel proprio programma una riduzione del PIL per migliorare l'equilibrio climatico? E chi di noi la voterebbe?Chi ha un minimo di capacità di riflessione è preoccupato per la situazione climatica, ma, forse, è ancora più preoccupato delle conseguenze dei provvedimenti che dovrebbero essere presi per porvi rimedio.Mi viene alla mente il passo di Leopardi nel “Canto notturno di un pastore errante dell'Asia” quando descrive il “vecchierel bianco e infermo.......” che alla ricerca del perché della sua vita “...varca torrenti e stagni senza posa o ristoro....finché arriva colà dove la via e dove il tanto faticar fu volto: abisso orrido, immenso ov'ei precipitando il tutto oblia.....”Così anche noi continuiamo ad andare avanti finché non precipiteremo nel burrone. Chi vivrà vedrà.

Forse la sola cosa che possiamo fare, noi, oggi, è provare a sperimentare nel nostro contesto quotidiano un diverso sistema di vivere.

 

Dora- C’è un proverbio cinese che suona così:”Il viaggio  più lungo comincia col tuo primo passo”.

Le scelte istituzionali partono sempre da scelte individuali. Le scelte ,con l’educazione,possono cambiare, e cambiano effettivamente con una partecipazione intelligente e concorde..

 

 

3-Per politiche sociali nuove e condivise

Giorgio Campanini -Parma-   L’uomo moderno si è a lungo illuso di poter compiutamente dominare la natura,a volte sino a stravolgerla:boschi trasformati in campi di grano, lagune diventate risaie,paludi trasformate in frutteti e così via … Periodicamente però -con le siccità e i tifoni,i terremoti e le alluvioni- la natura ci ricorda che il potere dell’uomo non è illimitato.

Il sogno dell’uomo occidentale,di incontrastato dominio sul cosmo,rivela appieno i suoi limiti. Si impone un necessario ritorno ad una laica ( e religiosa) umiltà. Il ciclo della modernità si sta esaurendo ed occorre imparare a pensare con categorie nuove. Gli ammonimenti di Papa Francesco in Laudato si  interpellano credenti e non credenti.

 E’  necessario acquisire innanzitutto la coscienza del limite:il dominio dell’uomo sulla natura non è assoluto ed occorre recuperare l’umiltà di chi sa che il rapporto fra l’uomo e la natura non può che fondarsi sul principio di responsabilità,oggetto di appassionate riflessioni già in atto a partire dagli anni ’60 del Novecento e di forti denunzie considerate inizialmente come catastrofiche e rivelatisi poi tremendamente reali e verificabili.

Quasi  nessuno,oggi,è convinto che l’uomo occidentale possa continuare a procedere sulla strada seguita negli ultimi tre secoli: ma non si ha il coraggio di trarne le conclusioni,soprattutto in ordine al cambiamento degli stili di vita. Occorre superare il mito della “crescita” infinita ed accettare il ridimensionamento della tecnica,sapendone pagare il costo,inevitabile se si vuole incidere sulla realtà. Il problema più serio da affrontare sarà quello di rinunziare all’idea che il trascorrere del tempo (la “anzianità” conseguita) debba portare automaticamente ad un aumento del tenore di vita,e dunque,dei consumi …

 Non mancano alcune esperienze positive: dai molti ritorni alla “vita semplice” della campagna e della montagna alla scelta di una serie di comunità,a partire da Nomadelfia,di superare i tradizionali stili di vita del moderno Occidente,ma si tratta di fenomeni di nicchia ,che non riescono a frenare la persistente corsa ai consumi.Sarà difficile contrastare questo corso,perché in democrazia avere il consenso dei cittadini su qualunque programma di austerity non è agevole. S’imporrà una severa opera di formazione alle tematiche ambientali – a partire dalla scuola- accompagnata da scelte esemplari,tanto nel pubblico quanto nel privato,per mostrare che le riforme sono possibili.

Basterà ricordare a riguardo un solo esempio:la limitazione dell’uso dell’automobile privata e la scelta di mezzi di locomozione “poveri”,e non inquinanti. Ne guadagnerebbe,oltre tutto,la salute.

 

Anna Irma – Genova - Una politica sociale che intenda ridurre il problema climatico, secondo me,deve considerare almeno tre aspetti:

1. Sul versante climatico la correzione degli attuali programmi esige un coordinamento tra tutti gli attori politici del sistema economico e dell’organizzazione mondiale.

2. Sul versante più generale è indispensabile considerare il problema dell’ecocidio come vien chiamato il sistema/potere sempre più unificato dei semi e dei pesticidi. È problema che non viene considerato quando si parla del cambiamento climatico eppure interferisce con esso. I nostri terreni agricoli muoiono per uno sfruttamento criminale che ha già da tempo conseguenze mortali sulla vita umana. In parole semplici sono azioni che uccidono il terreno.

3. I punti precedenti comportano necessariamente un’azione politica ,e allora bisogna riconoscere e denunciare gli ostacoli che impediscono scelte orientate al bene di tutti.

                Ho amici che con coscienza si adoperano per non danneggiare la terra ,e tuttavia le loro  rimangono azioni che appartengono a quella realtà di “nicchia”  di cui parla Luca Mercalli . Riflessioni, incontri, programmi e relative decisioni vengono prese da singoli o da gruppi . Il problema non si estende perché non attrae la maggioranza. Mi domando: da dove incominciare per estendere le nicchie? Ancora una volta è in gioco il saper pensare.

 

Gianfranco - Martina Franca (Ta)- Le politiche sociali più urgenti sono quelle, tuttora debolissime, capaci di dare all’accoglienza e all’integrazione dei migranti un respiro autenticamente continentale, a scala almeno europea. Parliamo di politiche redistributive che controbilancino gli effetti catastrofici prodotti in molti Paesi del Sud del mondo da un distorto e iniquo modello di sviluppo e di consumo, che porta con sé fame, dissesto climatico, malattie endemiche, guerre e terrorismo.

Questo tipo di politica sociale,che punti ad offrire lavoro/casa/scuola/sanità anche ai migranti e alle loro famiglie avrebbe nel medio termine ricadute anche sulla tutela dell’ambiente e sul clima,perché indica una via possibile di maggiore uguaglianza,minor consumismo e minore spreco,migliore integrazione sociale a tutti coloro che vivono in Europa.Questa strada virtuosa può sembrare,in questo momento,un’utopia,ma sarà sempre più una via obbligata per un’Europa che ambisca a costruire una prospettiva comunitaria più credibile di quella nord-americana.

Al Campo scuola della nostra Rete “Bambini, ragazzi e famiglie al Sud” di quest’estate, i responsabili dell’Associazione AccoglieRete di Siracusa hanno testimoniato la positiva risposta di trentotto famiglie di quella città alla proposta di accogliere in affidamento familiare minori stranieri non accompagnati approdati alle coste siciliane.

Ecco un’azione virtuosa, sostenuta da un efficace lavoro di rete, che è di antidoto alle paure che frenano tanta gente e che rappresenta una risposta concreta alle sfide congiunte della miseria, del clima e delle guerre. Le stesse politiche dell’Unione invocate dalle parlamentari europee hanno bisogno di un consenso dei popoli che è ancora molto debole, al cui rafforzamento possono contribuire anche azioni “profetiche” come quella citata.

 

Dora- D’accordo con le azioni profetiche: questa appena citata è stupenda. Scrivine ancora ,Gianfranco. Si vanno diffondendo però azioni d’avanguardia, in campi meno impegnativi,forse,per i quali peraltro non possono mancare né coraggio né tenacia,come per es. la lenta sostituzione nelle città delle macchine con le biciclette:prima le piste ciclabili,poi le bici a disposizione,poi le manifestazioni in bicicletta. E le città possono cambiare,cambiano. Due esempi :Ferrara,la città delle biciclette. Berlino,ormai i cittadini in bicicletta hanno superato quelli in automobile.

Mi piace concludere con la preghiera di Papa Francesco che,in modo straordinario, riesce a comunicare non solo  l’impegno ma  anche  la gioia di custodire e fecondare il Creato.

Dio onnipotente ,che sei presente in tutto l’universo e nella più piccola delle tue creature,Tu che circondi con la tua tenerezza tutto quanto esiste,riversa in noi la forza del tuo amore affinché ci prendiamo cura della vita e della bellezza. Inondaci di pace,perché viviamo come fratelli e sorelle senza nuocere a nessuno. O Dio dei poveri,aiutaci a riscattare gli abbandonati e i dimenticati di questa terra che tanto valgono ai tuoi occhi. Risana la nostra vita,affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo,affinché seminiamo bellezza e non inquinamento e distruzione. Tocca i cuori di quanti cercano solo vantaggi a spese dei poveri e della terra. Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,a contemplare con stupore,a riconoscere che siamo profondamente uniti con tutte le creature nel nostro cammino verso la luce infinita. Grazie perché sei con noi tutti i giorni. Sostienici,per favore,nella nostra lotta per la giustizia,l’amore,la pace.( dal par.246 della Laudato si’ di Papa Francesco)

 

 

 

  DIBATTITO  APERTO

R. S. T. – prov. Milano - Ho apprezzato molto lo spirito positivo con il quale avete svolto la discussione sul bullismo,pur giustamente severa sui fatti denunciati. In fondo si tratta di ragazzi!  E invece oggi troppo spesso si tende a etichettare subito come bulli i ragazzi, che sono tutti in crescita ed evoluzione ( anche se vivono in situazioni difficili )come sono gli studenti della Scuola Media di oggi,senza alcuna vera attenzione e onesta osservazione,e,soprattutto,senza alcun intervento preventivo.

Ho osservato che spesso, oggi,insegnanti troppo a lungo precari,cercano di liberarsi dei ragazzi più insicuri e disorientati,litigiosi o prepotenti,allontanandoli dalle attività del gruppo classe e scaricandoli sugli insegnanti di sostegno,talvolta troppo pochi.  In genere ,non si può negare,si tratta di insegnanti non sufficientemente motivati,o addirittura inadeguati, al compito inscindibile di insegnanti e di educatori,perché non sanno aiutare i ragazzi a conoscersi,svilupparsi ed esprimersi correttamente nelle relazioni fondamentali. Per fortuna non sono la maggioranza.

 

Giorgio Campanini - Parma- Il fenomeno del “bullismo”,sia pure con altro nome,è sempre esistito. Nei ricordi di ciascuno di noi,penso vi sia memoria di piccole o grandi prepotenze,di prese in giro,di esclusione dall’uno o dall’altro gruppo umano e  così via. Tutto ciò accade in ogni gruppo umano e dunque anche in ogni classe scolastica. Quello che oggi è chiamato “bullismo” (dall’inglese bull ,e cioè “toro”) sta a indicare in senso lato,”prepotente”),è antico,se non quanto il mondo,almeno quanto la scuola.

Ciò che però preoccupa -e rappresenta un fatto sostanzialmente nuovo - è l’esasperazione e la degenerazione di antichi e ricorrenti contrasti con forme marcate di violenza e di prepotenza,sino a sconfinare in veri e propri reati contro la persona. E’ questo “volto nuovo”cupo e violento”,di un fenomeno antico che oggi preoccupa.

Io non ho oggi esperienza diretta di questi fenomeni  (quando i miei figli erano in età scolastica non mancavano i contrasti,e gli scherzi,anche di cattivo gusto,ma senza punte particolarmente rilevanti),ma ne ho indirette notizie attraverso le varie relazioni della mia numerosa famiglia,e mi son fatto la convinzione che molto dipende dagli insegnanti. Dalla loro capacità di mediare i contrasti e di creare nelle classi un clima di rispetto reciproco,e,in quanto possibile,di cameratismo e di amicizia.

Ma è importante anche l’azione delle famiglie,a partire da una seria vigilanza sugli strumenti di comunicazione,(i teleschermi sono pieni di violenza ….),per arrivare sino ad una vera e propria educazione al rispetto dell’altro:senza il quale considerare gli amici e i compagni di classe come “terreno di caccia” e come luogo di esercizio della propria presunta “superiorità” è inevitabile.

 

 

G .R. -  Genova – Mi riferisco alla conversazione “I giovani tra scuola e lavoro”e allo scandalo della disoccupazione giovanile già dagli anni ‘90.  Non mi sembra compito  della scuola preparare i giovani al lavoro,ma ad essere cittadini  attivi e critici nella società,secondo l’indimenticabile lezione di don Milani .

 E’ compito della società, e del governo che dovrebbe rappresentarla ,che d’allora  sono privi di un progetto politico forte e dotato di adeguate risorse,per una piena e buona occupazione giovanile.

 ll lavoro  è ovviamente elemento essenziale sia della società che della identità personale , ma la sua preparazione è la conseguenza, e non l’obiettivo primario, del processo educativo.

Le caratteristiche negative infatti che i datori di lavoro giustamente lamentano nei neo-assunti, valgono anche e soprattutto nei rapporti sociali in generale, in questa società frantumata, di famiglie impaurite e impoverite, con disuguaglianze crescenti a livello globale e locale, con l’ascensore sociale bloccato, priva pure di un progetto sociale e culturale largo, (una visione!), che consenta di accettare e integrare correttamente gli inevitabili nuovi arrivi di emigranti.

 

Dora – Sia pure sinteticamente, non posso non  precisarle che l’obiettivo primario del processo educativo,innanzitutto nella famiglia,ma poi anche nella scuola e in tutte le altre istituzioni in vigore nella nostra società, è la maturazione di ognuno da individuo a persona, cioè a  individuo che sa  riconoscersi bisognoso e capace di relazioni sociali,sia per amare sia per lavorare.Persona.

Siamo –come persone-  corresponsabili  (comunità  educante) di questa maturazione ,che ci coinvolge tutti, sia  come educatori (educare educandosi) e sia come responsabili di ruoli educativi, e che si esprime, anche a livelli sociopolitici, in partecipazione correttamente  critica e autocritica,ma soprattutto costruttiva , coerente e competente.

 Non dimentichiamo,infatti, che  la vera democrazia non è  un regalo ,ma un compito,una conquista ,e un’arte, faticosa e diuturna. Che si apprende,come tutte le arti ,anche attraverso gli errori.

L’autentico educatore ,e cioè la persona matura,evita di colpevolizzare, e preferisce accompagnare chi ha sbagliato, e si raggomitola su se stesso con angoscia,a uscire dall’isolamento e  ad aprirsi  alla speranza. Assai bella a proposito la foto di copertina della rivista ROCCA del 15 marzo u.s. ,che qui sopra ho voluto riportare.

Quanto al problema del bullismo segnalo volentieri l’articolo di Marisa Marraffino su Il sole 24 ore del 15 agosto u.s. dal titolo:”Bulli online,la scuola risponde in sede civile,  che si apre con chiare affermazioni da  tenere ben presenti:”Accompagnare i minorenni all’età adulta,proteggendoli dai rischi del web è’ l’obiettivo ambizioso della nostra legge 71/2017,prima in Europa a tipizzare le condotte di cyberbullismo e a prevedere una rete di strumenti preventivi”.

 

 

 

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